
Cronaca / Lecco città
Sabato 10 Maggio 2025
«Sguardo limpido e umanità», i tratti
che colpiscono di Leone XIV
Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese: «Abbiamo visto operare una Chiesa grande, che ha saputo scegliere il successore di Francesco dopo pochi scrutini. E’ un messaggio chiaro per tutti noi. I cardinali hanno dimostrato che bisogna costruire ponti e relazioni»
Lecco
Leone XIV è stata una grande sorpresa. Il suo nome non era tra i “favoriti” ed il fatto di essere nato a Chicago non favoriva i possibili pronostici. Detto questo, è bastata la sua evidente emozione e le sue prime parole per conquistare tutti. Ce lo conferma Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese: «Questo Papa mi piace, mi ha impressionato il suo sguardo limpido ed anche la commozione con cui si è presentato ai tantissimi fedeli che lo aspettavano in Piazza San Pietro, l’ho vista come un segno di grande umanità». Un aspetto interessante sottolineato da Maria Grazia Nasazzi è quello dell’attesa suscitata dall’elezione del Pontefice: «Ho visto l’elezione di diversi Papi, ma ogni volta è come se fosse un evento unico e nuovo. Ecco anche in questa attesa c’è il mistero di un fatto speciale. L’attesa non è mai banale; tutto il mondo era in attesa, credenti e non credenti, e tutto questo ha creato unità, attraverso una curiosità intelligente. Quella piazza, del resto, tutta quella gente in attesa del nuovo Papa ne è stata la dimostrazione». Valore aggiunto è stata poi la scelta di privilegiare su tutto l’invocazione della pace: «Augurando a tutti la pace, Leone XIV ha interpretato il grido muto della piazza, del mondo intero. Stiamo vivendo letteralmente nella paura e di conseguenza il suo saluto nel nome della pace ha mosso tutti, nessuno escluso».
Infine, la presidente della Fondazione evidenzia la rapidità con cui il Papa è stato eletto, un segnale di unità: «Abbiamo visto operare una Chiesa grande, che ha saputo scegliere il successore di Francesco dopo pochi scrutini. E’ un messaggio chiaro per tutti noi. I cardinali hanno dimostrato che bisogna costruire ponti e relazioni, nel concreto ci hanno voluto dire che le differenze possono diventare occasioni di incontro se mettiamo al centro Gesù Cristo. Sono poi contenta perché la Chiesa a volte si “diverte” a scompaginare previsioni e teoremi, a rimescolare le carte. Il significato della scelta di Leone XIV va al di là di ogni previsione o congettura. Come ha detto l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, la Chiesa è libera, unita e lieta. Il che significa che la Chiesa è dentro la realtà, ma con un altro passo».
Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, ci dice sinceramente che non conosceva il cardinale Prevost: «Quando l’ho visto per la prima volta sono rimasto molto sorpreso, così come mi ha meravigliato la scelta del nome Leone XIV. Poi, ripensandoci, proprio quella scelta è un gran bel segno, perché significa avere come priorità la questione sociale. Per il resto, penso che sulle sue spalle ci sia una responsabilità straordinaria. Dovrà prendere l’eredità lasciata da Francesco, anche perché non è pensabile tornare indietro». Gualzetti ricorda a questo proposito il lascito di Papa Francesco: «Bergoglio ha indicato alla Caritas una strada precisa che è quella di ascoltare tutti e di avere uno stile sinodale, per cui il tema sociale e pastorale andavano a coincidere. Le parole di Francesco sono state importanti quando parlava di “Chiesa in uscita” o di “Chiesa come ospedale da campo”». Leone XIV dovrà ora proseguire questo cammino: «Il nuovo Papa dovrà rendere strutturale tutto questo. Le intuizioni di Papa Francesco dovranno diventare stile e postura della Chiesa. Credo che Leone XIV farà tutto questo anche perché i suoi tanti anni in Perù ci dicono che è abituato a stare in mezzo alla gente. L’impressione è che sia un uomo mite, colto, ma che non ha paura di sporcarsi le mani».
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