«Siamo stanchi»: il racconto dell’autista aggredito

Riccardo Pizzini, 30 anni, racconta la serata di paura vissuta sul bus sostitutivo delle 22.06 da Lecco a Sondrio, dove una passeggera nota per episodi di disturbo ha insultato e minacciato viaggiatori e conducente. «Così non si può lavorare: servono controlli a bordo, almeno la sera».

Morbegno

«Noi autisti siamo stanchi di questa situazione. Abbiamo diritto ad andare a lavorare tranquilli e tornare a casa alla sera dalle nostre famiglie, stanchi, ma sereni. Invece ce n’è una ogni giorno. Io, domenica sera, ho finito il turno stremato. Una corsa così tribolata ancora non mi era capitato di farla». A dirlo è Riccardo Pizzini, 30 anni, originario di Berbenno, ma residente a Morbegno, convivente e padre di una bimba di 11 mesi. Dal 2018 è autista degli autobus della Gavazzi di Talamona e domenica era in servizio sul bus sostitutivo del treno che, da tempo, effettua la corsa in partenza alle 22.06 da Lecco in direzione Sondrio. Un pullman che effettua tutte le fermate lungo la provinciale 72, poi, da Colico, diventa diretto e ferma solo a Morbegno, per terminare la corsa a Sondrio.

«Mi capita di fare spesso questo tragitto e non è facile - assicura -, se ne vedono di tutti i colori. A Lecco salgono sul pullman persone dalle facce poco raccomandabili, che, però, di norma scendono quasi subito, fra Abbadia e Mandello. Due mercoledì sera fa mi è capitato un gruppo di ragazzi che vociavano fra loro, in particolare contro un ragazzo del gruppo. Disturbavano parecchio, ma ho preferito stare sul chi vive e non intervenire dal momento che tutto si svolgeva fra loro, perché in questi casi non si sa mai come può andare a finire, ma domenica sera è stata proprio l’apoteosi». Pizzini è, infatti, incappato in una viaggiatrice speciale, salita sull’autobus a Lecco e diretta a Sondrio, ma fatta scendere a Dorio per la disperazione.

«Mi è sembrata subito un po’ strana, ma si è sistemata in fondo al bus e sulle prime sembrava anche tutto ok - dice Pizzini -, senonché, nel giro di pochi minuti, sono partiti gli insulti verso i viaggiatori. Io nello specchietto la vedevo con le cuffiette per cui pensavo stesse parlando con qualcuno al telefono, invece, no. Dopodiché ha cominciato a spostarsi, ha chiesto ad un ragazzo di poter avere il suo telefono per fare una chiamata, l’ha fatta, ha insultato anche la ragazza con cui parlava al telefono, si sentiva tutto perché era in viva voce, fino a quando è approdata in zona autista». La donna si è seduta vicino al conducente, gli ha più volte chiesto di chiamarle la figlia col suo telefono e dato che l’autista non poteva certo fermare il bus per assecondarla, sono partiti gli insulti. «Di tutto di più, e non ha smesso neppure quando, fortunatamente, sono arrivati gli agenti della Polizia stradale di Bellano in pattuglia - dice Pizzini -. Le hanno chiesto i documenti quattro volte prima di riuscire a farseli consegnare, poi, l’hanno portata in Questura e credo l’abbiano rilasciata poco dopo perché lunedì già era riapprodata a Morbegno, negli esercizi pubblici della zona, dove ormai questa persona è conosciutissima». Pare si tratti della scroccona di bar, ristoranti ed alberghi, personaggio noto in tutta Italia tant’è che, ieri, Pizzini è stato intervistato anche dalla “Vita in diretta”. Ma quel che a lui preme è solo poter lavorare tranquillo «e per farlo dovremmo avere un poliziotto o una guardia giurata sul pullman, almeno di sera, non c’è altro modo».

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