Sicurezza, Gabrielli a Lecco: «L’esercito in strada? È fumo negli occhi»

Lecco

«L’esercito non incide in alcun modo sulle cause che generano una percezione di insicurezza tra i cittadini». L’opinione di Franco Gabrielli irrompe nel dibattito politico lecchese sulle questioni legate a sicurezza e ordine pubblico con la forza derivante da un’esperienza pluridecennale ai più alti livelli degli apparati statali. Attualmente delegato alla sicurezza presso il comune di Milano, Franco Gabrielli in passato ha ricoperto, tra gli altri, i ruoli di capo della Polizia, capo della protezione civile, prefetto di Roma e dell’Aquila, direttore del Sisde e dell’Aisi, due rami dei servizi segreti tricolore.

«Un imprenditore – ha chiesto Gabrielli alla platea – assumerebbe mai degli ingegneri per fare i portieri? L’esercito è fumo negli occhi per l’opinione pubblica. È una soluzione placebo che viene introdotta perché non c’è la volontà di risolvere il problema dell’assenza di un adeguato e corretto coordinamento per quanto concerne le questioni di sicurezza e ordine pubblico».

Durante la serata, svoltasi al centro civico Pertini di Germanedo e organizzata dal Partito democratico, Gabrielli ha quindi ricordato a chi spetta, secondo la Costituzione, il compito di garantire la sicurezza. «La legge 121 – ha spiegato l’ex capo della polizia – stabilisce che l’autorità nazionale di pubblica sicurezza è il Ministro dell’Interno. Sul territorio questa competenza è esercitata da prefetto e questore. Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica è un organo consultivo».

Secondo Gabrielli, la più bella definizione di responsabilità e la capacità di dare risposte, la quale però dipende dall’essere in condizione di poterle effettivamente dare. «Temo molto – ha aggiunto Gabrielli – i mercati della paura e delle risposte semplici. Questi non sono argomenti su cui fare sguaiate campagne elettorali. La sicurezza è un diritto, un bene comune. Mi piacerebbe fosse frutto di una soluzione condivisa messa in campo da attori che si sentono tutti parte dello stesso sistema». Chi sbaglia, ha sottolineato l’ex sottosegretario del governo Draghi, deve pagare ma “dev’essere sanzionato in maniera umana”. Al contempo, oggi il «sistema carcerario è al collasso, con buona pace di chi non vuole far respirare i detenuti». «Bisogna far diventare la questione della sicurezza una questione condivisa. – ha proseguito Gabrielli – Bisogna intraprendere serie politiche di governo dell’immigrazione. Non si può immaginare di intraprendere politiche di sicurezza separate da politiche di coesione sociale».

A questo proposito Simona Piazza, vicesindaco nonché assessore con delega alla Polizia locale del comune di Lecco, ha annunciato l’impegno dell’amministrazione su progetti di natura socioeducativa. Attraverso queste iniziative si punta a coinvolgere degli “educatori di strada” in grado di incontrare i giovani che girano in strada a Lecco, molti dei quali sono immigrati di seconda generazione, e le sacche di marginalità presenti in città. “In parallelo - ha concluso Piazza – continueranno tutte le attività di presidio e controllo portate avanti dalle Forze dell’ordine. Servirebbero più agenti e pene certe di fronte a reati importanti. L’invito ai cittadini è sempre quello di denunciare. In ogni caso, ad oggi i numeri ci dicono che Lecco è una città sicura: i reati nel complesso quest’anno sono calati del 10.9% rispetto al 2023”.

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