Cronaca / Lecco città
Mercoledì 19 Novembre 2025
Stadio, il Comune getta acqua sul fuoco. Ma i vertici blucelesti non rispondono
L’assessore Torri: «Sediamoci a un tavolo e rivediamo la convenzione»
Lecco
Il Comune getta acqua sul fuoco, dopo le dichiarazioni del presidente Aniello Aliberti. «In questi giorni ho letto attentamente le dichiarazioni del Presidente e ho cercato di capire le motivazioni che lo hanno portato ad affermare certe cose ha spiegato l’assessore allo Sport Emanuele Torri - Capisco che in questo momento il senso di frustrazione del Presidente prevalga. In questo anno e mezzo comunque ha messo tanta passione nel progetto, ha imparato proprio ad amare, la società Calcio Lecco e la nostra città. Capisco che questa mancanza di risposte, dal suo punto di vista, da parte dell’amministrazione comunale, possa essere interpretata come un segno di disinteresse. Però ci tengo a sottolineare che non è così e credo che in questo momento quello che sia importante è di tornare a parlarsi, non attraverso i giornali, ma riprendendo quei tavoli di confronto che ci sono stati in questi mesi e che dal mio punto di vista sono stati costruttivi, anche se non hanno portato effettivamente a
quello che il Presidente avrebbe sperato e desiderato».
Aliberti non ha mai preteso nulla. Ha solo chiesto chiarezza al Comune. La domanda è stata una sola: “Ci aiutate o no?”. E dalla risposta dipenderanno poi le reazioni: spostare la sede delle partite casalinghe del Lecco a Zanica (o dove riceverà l’Ok dalla federazione). Oppure adire le vie legali: «Capisco la sua posizione – spiega un conciliante Emanuele Torri -. Amministrare una città è molto complesso perché è vero che è una scelta politica dove mettere i soldi e dal punto di vista sportivo l’amministrazione ha fatto, se consideriamo questo tema, una scelta molto precisa, molto netta, che amministrazioni in passato non avevano fatto: ha deciso di mettere 5 milioni di euro per un progetto di riqualificazione del centro sportivo del Bione. Però tra le priorità c’è anche quella di intervenire sullo stadio. Certo non è forse la priorità assoluta, ma c’è tutta l’intenzione di proseguire: il tema della cabina elettrica, dei servizi igienici, all’interno dello stadio e poi possiamo parlare anche degli spogliatoi oppure dell’ individuare altri spazi che la società individua come necessari, e definire un iter che possa anche prevedere un contributo da parte dell’amministrazione comunale, è tutto da farsi all’interno di una nuova convenzione».
Per farlo bisogna aver voglia di sedersi al tavolo. Ma con la voglia di far sul serio, non di parlare ancora per altri quindici mesi inutilmente, come teme il presidente del Lecco. «Io personalmente questa voglia ce l’ho e posso parlare anche a nome dell’amministrazione, per cui spero che, pur comprendendo le parole del Presidente, il cui valore anche dal punto di vista imprenditoriale è riconosciuto, anche lui abbia voglia di riprendere quel discorso che si è interrotto. Tempistiche non ne posso fare, ma il modo di intervenire c’è: mettiamo un addendum alla Convenzione in cui diciamo che a fronte di questo investimento, parlo della cabina elettrica, l’amministrazione si impegna a restituire nell’arco di un esercizio di bilancio, massimo due esercizi di bilancio, questo investimento. Credo che sia la strada più semplice da percorrere dal mio punto di vista, per poi aprire anche a tutte le altre priorità dello stadio».
La replica silente della società
La società non risponde alle parole di Torri e, in generale, a quel che il Comune può dire in questa fase. Con tutta probabilità il presidente Aniello Aliberti, ma in realtà tutta la società bluceleste, non vuole più parlare. Ha detto quel che aveva da dire. E parlerà con i fatti. Magari dopo il consiglio comunale dell’1 dicembre durante il quale sicuramente la questione salterà ancora fuori. Perché in realtà di passi avanti concreti ancora non ce ne sono. Mentre, si scopre, il Lecco sullo stadio comincerà a fare piccoli, ma importanti, lavori di sua tasca. Come apporre lungo tutta la tribuna, al posto delle pesanti e ingombranti balaustre gialle che, di fatto, limitano la visibilità delle prime file sulle tribune laterali, centrali e d’onore, delle robuste vetrate che, però, non impediranno più di vedere il campo. I lavori saranno pagati da uno sponsor e si procederà così di conserva ad analizzare i cantieri che si potrebbero aprire di volta in volta allo stadio. Non, però, prima di aver capito dove il Comune voglia andare a parare, perché è chiaro, e Aliberti su questo è stato cristallino, che una cosa è fare le cose insieme, e un’altra è farle da soli... Aliberti, infatti, ha già parlato con il Comune anche di un progetto di adeguamento dello stadio che prevederebbe la costruzione, sopra la Curva Nord, di due piani di uffici che servirebbero insieme, da copertura della Nord e da spazi che attualmente non esistono o sono molto risicati. Sarebbe un progetto minimale rispetto all’ipotesi Ceppi-Valassi sul mega piano di ristrutturazione integrale dello stadio da 16-18 milioni, che potrebbe arrivare a 20 di costo finale. Anche perché, lo ha detto chiaro Aliberti, se ci fosse un terreno disponibile e comodo a Lecco o nei dintorni, allora per fare uno stadio nuovo ne potrebbero bastare al massimo una decina. Il problema dello stadio Rigamonti-Ceppi “rifatto” infatti, non è tanto o solo trovare i soldi per avallare questo o quel progetto, ma soprattutto trovare gli spazi per i posteggi che, gioco-forza, ogni municipalità chiede, per legge, in cambio di nuove volumetrie. Insomma: sopra il vecchio Rigamonti-Ceppi si può ipotizzare anche uno stadio tutto verticale e a più piani, ma poi bisogna capire dove metterci le automobili dei tifosi. Il che pare un problema quasi irrisolvibile, a tutt’oggi. Ma attenzione a prendere sottogamba le “minacce” di Aniello Aliberti: l’imprenditore napoletano oramai trapiantato a Grassobbio è abituato a parlare con i fatti e se ha promesso che porterà la squadra altrove, a giocare, è capace di farlo. Anzi, si è informato su come rendere questo strale lanciato verso il Comune, una possibilità concreta. E i suoi stanno lavorando a questa ipotesi. Concretamente, come piace a lui.
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