
Cronaca / Lecco città
Sabato 24 Maggio 2025
Terrorismo islamico: arrestato studente egiziano ventenne residente a Montevecchia
L’inchiesta è partita da segnalazioni su un canale social gestito dal giovane, considerato veicolo di propaganda jihadista e collegato ad ambienti vicini allo Stato Islamico
Lecco
Studente universitario iscritto a farmacia di famiglia egiziana, arrivato in Italia qualche anno fa, con mamma, papà e fratelli. Mai nessun problema con la legge: né lui, né i familiari. Attivo sui social, come molti ragazzi della sua età – 20 anni – anche se non per scambiare foto e messaggi innocui, ma per amministrare un canale di propaganda jihadista, attraverso il quale manteneva anche contatti con esponenti dello Stato Islamico. Ma Mohamed Ghonim, il ragazzo di Montevecchia arrestato dall’antiterrorismo, non si limitava alla (pericolosa) ideologia di matrice islamista, ma si documentava anche sulla produzione di bombe ‘fai da te’, e sostanze tossiche.
Il timore degli investigatori, insomma, era che potesse anche passare all’azione, dopo aver acquisito materiale con le istruzioni per fabbricare ordigni artigianali. Motivi che hanno portato gli agenti di polizia ad arrestare il ventenne del meratese. L’operazione, avvenuta sotto il coordinamento della Procura di Lecco (anche se la competenza, per la tipologia del reato, passerà a quella distrettuale di Milano) è scattata nella giornata del 21 maggio, e l’arresto, consentito dalla recente normativa introdotta dal cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’, è stato successivamente convalidato dal gip.
Il ragazzo è stato condotto in carcere a Pescarenico, per violazione delle norme varate nell’ultimo pacchetto sicurezza, in materia appunto di detenzione di materiale con finalità di terrorismo. Secondo quanto riferito, Ghonim aveva acquisito tramite il proprio smartphone abbondante materiale di propaganda riferibile all’ISIS, nonché manuali di istruzioni operative, e altri testi scaricati dal web utili alla fabbricazione di ordigni esplosivi artigianali. A dare il via alle indagini è stata una fonte confidenziale, che ha messo in allarme il personale della Digos milanese– Sezione Antiterrorismo Internazionale – che ha eseguito gli accertamenti con gli agenti della Questura di Lecco. Il tutto sotto il coordinamento dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
Gli investigatori hanno trovato 2 manuali in lingua araba, stampati in proprio, con il logo della “fondazione Al-Saqari (il nome coincide con quello di un’area all’interno del Governatorato del Cairo, in Egitto, che si estende lungo il fiume Nilo, verso nord-est della capitale) per le Scienze Militari”. Testi che spiegavano come far funzionare telefoni cellulari da detonatori, o come produrre sostanze tossiche, per il compimento di atti di terrorismo. Gli investigatori sono risaliti al profilo del ventenne, uno studente iscritto alla facoltà di farmacia, alla Statale di Milano, che non aveva mai avrebbe mai avuto problemi con la giustizia. Si troverebbe in Italia dal 2019, assieme alla sua famiglia. Oltre all’interesse per la fabbricazione di ordigni, il ragazzo si interessava dunque anche alla propaganda dell’ideologia legata alla concezione più radicale dell’Islam. Un aspetto, quello della divulgazione attraverso la rete e i social, che ha sempre rappresentato un marchio distintivo dell’Isis, l’organizzazione detta anche Is, dall’inglese Islamic State, o Daesh. Un gruppo terroristico nato nei primi anni 2mila, salito alla ribalta anche con diversi attentati terroristici, compresi quelli di Parigi (Bataclan) del 13 novembre 2015. Sono tristemente famosi, relativamente a questa organizzazione, i video cruenti di esecuzioni, e decapitazioni di prigionieri.
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