Tre minuti di silenzio per i troppi morti sul lavoro

Cerimonia sobria al Caleotto. Nel 2025 sono già 4 le morti bianche. Toccanti le parole dei famigliari di Aldo Civillini, il camionista vittima il 16 luglio scorso di un incidente

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Tre minuti di silenzio e le commoventi parole della lettera scritta dalla famiglia di Aldo Civillini, il camionista di Brivio morto il 16 luglio a 48 anni, mentre lavorava, letta dal consigliere provinciale Antonio Pasquini. Quest’anno niente ai discorsi delle autorità del Caleotto, ai piedi del Monumento alla Cultura e alla Civiltà del Lavoro lecchese. In occasione della settantacinquesima giornata nazionale per le vittime sul lavoro, la scelta è stata quella di dar voce a chi soffre ogni giorno per aver perso un famigliare, un amico, mentre si guadagnava il pane. «Quest’anno abbiamo voluto proprio una cerimonia così per dire basta, verrà esposto solo il cartellone basta morti sul lavoro - dichiara Gianfranco Longhi, presidente provinciale di Anmil - basta parole, da oggi in avanti vogliamo solo fatti, fatti dalla politica, dai sindacati, da noi, da tutte le parti sociali, fatti per far finire questa strage. Nessuno ha diritto a parlare perché sono anni e anni che si parla e non si fa niente. Domani è lunedì e non ci si ricorda più dei morti sul lavoro e della strage che continua ad andare avanti imperterrita».

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Secondo gli ultimi dati, a Lecco sono già quattro le vittime sul lavoro nel 2025, in leggero calo invece gli infortuni totali e le malattie professionali denunciate, ma non è certo il caso di abbassare la guardia. «Bisogna destare massima attenzione sugli infortuni sul lavoro - aggiunge Antonio Pasquini, consigliere provinciale delegato - Purtroppo la provincia di Lecco nel 2025 è entrata in zona rossa. Il governo sta attuando l’assunzione di 500 operatori per i controlli, quindi servono più controlli, più formazione, ma soprattutto serve una presa di coscienza che non si può morire sul lavoro. Purtroppo si muore in un giorno qualsiasi, magari per una disattenzione e quindi dobbiamo sicuramente fermare questa strage».

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