
Cronaca / Lecco città
Martedì 21 Ottobre 2025
Truffe a nome Caf: l’allarme della Cgil
Messaggi ingannevoli invitano a contattare numeri a pagamento o a inviare dati personali. Il responsabile del Caf Cgil, Massimo Cannella, avverte: «Attenzione ai numeri che iniziano con 899 e alle email sospette»
Lecco
«Al giorno d’oggi siamo sempre più bersagliati da telefonate, e-mail e messaggi sui cellulari. Invito a rispondere solo quando si è sicuri, quando chi ci sta contattando si qualifica, e a prestare attenzione ai messaggi ambigui».
È l’appello di Massimo Cannella, responsabile del Caf Cgil, che invita alla prudenza dopo gli ultimi tentativi di truffa, questa volta ad ampio raggio, con l’obiettivo di far cadere nella rete quante più persone possibili.
Sono molti, nelle ultime settimane, ad aver ricevuto sul proprio telefono un messaggio apparentemente inviato da un Caf — il centro di assistenza fiscale a cui tanti si rivolgono per le pratiche — in cui si chiede di contattare con urgenza gli uffici a un numero indicato. Il messaggio è arrivato a diversi utenti, sia dei Caf della Cgil che della Cisl.
Come ciò sia stato possibile non è ancora chiaro: probabilmente i truffatori sono riusciti a entrare nella banca dati dei due sindacati e da lì hanno inviato lo stesso messaggio a più contatti. Ma attenzione: si tratta di una truffa. Il numero indicato è infatti un numero a pagamento che “ruba” credito dal telefonino.
I numeri incriminati sarebbero diversi, ma tutti iniziano con 899: se richiamati, non rispondono o interrompono rapidamente la comunicazione, prosciugando in pochi secondi il credito residuo. C’è chi si è trovato con la ricarica completamente svuotata.
«Il messaggio indica “Caf” ma non specifica di quale sigla sindacale si tratti, e già questo dovrebbe insospettire — sottolinea Cannella —. I sindacati, infatti, si presentano sempre con la loro dicitura completa».
In alcuni casi viene segnalato anche un indirizzo e-mail, che servirebbe a raccogliere dati personali da utilizzare poi per inviare spam o ulteriori messaggi fraudolenti, talvolta contenenti virus informatici o collegamenti a nuove truffe.
I tentativi di raggiro, ormai, sono all’ordine del giorno, e nonostante i continui avvisi, qualcuno continua purtroppo a cascarci. Un dettaglio utile per riconoscere il messaggio falso è la dicitura “Centro assistenza formativa” subito dopo la parola Caf, anziché “fiscale” come nei veri Centri di assistenza fiscale.
Non manca, infine, la campagna di phishing rivolta alle caselle di posta elettronica: il messaggio, inviato da una presunta società di recupero crediti, riporta l’oggetto “Richiesta di saldo debito” e un elenco di prestazioni sanitarie o ricette mediche effettivamente emesse dai medici curanti, per rendere la comunicazione più credibile.
All’interno del testo si invita il destinatario a regolarizzare la propria posizione fiscale effettuando un versamento — in media di circa 40 euro — su un conto corrente estero, con Iban spagnolo. Inutile dire che anche in questo caso si tratta di un tentativo di truffa.
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