Una fondazione «aperta» per gestire il rinnovato Teatro della Società

Lecco

Sarà con ogni probabilità una “fondazione di partecipazione” a gestire il teatro della società di Lecco quando riaprirà. Benché non ci sia ancora una scelta definitiva, nel corso dell’ultima commissione quarta è emersa una preferenza unanime verso questa soluzione. “La fondazione classica – ha spiegato Ciro D’Aries, socio fondatore dello studio D’aries & Partners – si costituisce nel momento in cui una persona destina il proprio patrimonio ad uno scopo. La fondazione di partecipazione, invece, è una struttura aperta: più fondatori partecipano all’atto di fondazione con modalità di intervento stabilite dall’atto consuntivo. La fondazione non deve avere un patrimonio minimo per legge”. Struttura aperta. Queste due parole racchiudo tanto il principale pregio di questa soluzione quanto la sfida che questo modello pone di fronte all’amministrazione comunale e all’intera città.

“Anche se in molti casi – ha proseguito D’Aries – le fondazioni di natura culturale hanno i comuni come soci unici, deve essere fatto l’impossibile affinché il comune non rimanga da solo. Grazie a questa sua natura aperta, la fondazione è in grado di accogliere il contributo dei privati in varie forme. L’attività di marketing sarà fondamentale”. Sono due i “fondi” da alimentare: il fondo patrimoniale, costituito dai contributi periodici versati dai soci; il fondo di gestione, costituito da contributi una tantum, donazioni, sponsorizzazioni destinati a finanziare le spese di gestione del teatro. Ognuno di questi due fondi implica una strategia di coinvolgimento diversa destinata a soggetti diversi: grandi industrie, piccole imprese, negozi fino ad arrivare ai singoli cittadini.

“La possibilità di accogliere membri in qualunque momento – ha aggiunto D’Aries – e in forme diverse favorisce anche lo sviluppo di un senso di appartenenza alla fondazione poiché le persone possono contribuire secondo quanto desiderano a mandare avanti l’attività dell’ente”. Questa prospettiva è stata accolta con grande entusiasmo dai consiglieri comunali presenti alla riunione.

“Credo che la fondazione di partecipazione – ha sottolineato Corrado Valsecchi, capogruppo di Appello per Lecco – possa diventare la protagonista del futuro dell’offerta culturale del nostro territorio. Un’istituzione culturale in grado di parlare a più voci può costituire davvero una grande novità”. Per quanto riguarda gli organi dirigenziali, il comune si potrà riservare un numero minimo di membri del consiglio d’amministrazione da nominare, incluso il presidente dell’ente. “Servirà la massima competenza e cognizione di causa. No a nomine partitiche” ha evidenziato Valsecchi.

La dem Anna Sanseverino ha invece posto l’attenzione sulla necessità che palazzo Bovara mantenga un chiaro potere di indirizzo e controllo. “Il comune – ha replicato D’Aries – dovrà inserire già nei suoi documenti programmatici una strategia e delle linee di indirizzo per l’attività della fondazione”. In seguito, il dottor D’Aries ha sconsigliato caldamente di conferire il teatro alla neonata fondazione. “È meglio optare per un contratto d’affitto o di concessione. – ha sottolineato il consulente del comune – Se qualcosa dovesse andare male, il comune non rischia nulla ma se ha conferito l’immobile nel patrimonio della fondazione quest’ultimo deve essere devoluto ad altri enti che perseguono le stesse finalità”.

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