
Cronaca / Lecco città
Mercoledì 30 Luglio 2025
Villette a Falghera: «Blocchiamo tutto, basta speculazione»
La convenzione del 2008 approvava 22 stabili e 9.000 metri cubi. Ora il Comune taglia tutti i volumi. Gattinoni: «Atto politico, non vogliamo il bis di Malnago»
Lecco
Bloccato il famoso piano di lottizzazione a Falghera datato 2008, sul prato verde dell’ultima collina di fatto rimasta senza interventi edilizi, sopra via ai Poggi e propri all’uscita della Super.
La scelta, politica, è di quelle destinate ad accendere un forte dibattito in città. Ed è ampiamente e pubblicamente rivendicata dal sindaco Mauro Gattinoni, insieme a una serie di correttivi che, dal punto di vista dell’amministrazione, andrà a preservare l’intera fascia pedemontana lecchese.
«Un primo tema riguarda l’area cosiddetta Arcipelago, quindi Bonacina, Malnago, Falghera. Bonacina conta 4.500 metri quadri di superficie edificabile e Malnago 2.800 metri quadri. Queste aree sono edificabili con un indice dello 0,05: significa che ogni 100 metri quadri di terreno se ne possono costruire 5 di residenziale. Peraltro, relativamente a queste aree, uno dei problemi riguarda il perimetro molto ampio dei cosiddetti arcipelaghi, composti da decine di proprietari: finora non si sono trovati accordi tali da far partire iniziative edilizie creando delle ampie delusioni tra le aspettative dei proprietari e la mancata realizzazione del diritto edificatorio E qui interveniamo noi. Abbiamo posto come obiettivo la salvaguardia del pregio ambientale di queste fasce pedemontane e permetteremo solo piccole iniziative private non speculative.. Nel Pgt, gli ambiti sono stati suddivisi in una decina di lotti più piccoli. Ai proprietari che insistono su queste aree sono consentite due opzioni: o l’edificazione in loco (ma con indice ribassato a 0,03, il minimo consentito per legge), oppure uno scambio, potremmo dire: nessuna edificazione in fascia pedemontana e coefficiente più alto (0,10) in un’area di trasformazione o rigenerazione urbana nei quartieri bassi».
Fin qui, le regole generali. E poi, appunto, c’è la convenzione di Falghera. «La convenzione scade nel 2027 e riguarda una superficie di 32.000 metri quadri, con quasi 9.000 metri cubi edificabili, con un progetto di quasi venti villette praticamente un paese, sul pendio sopra via ai Poggi. Per quanto ci riguarda, non consideriamo più tutto questo attuale, o politicamente accettabile. La convenzione, datata vent’anni fa, è sopravvissuta solo grazie a proroghe imposte da decreti nazionali, Covid e Crescita Italia ad esempio. Ma ora, lo voglio dire chiaramente, il nostro obiettivo è è bloccare la speculazione sulla collina di Falghera. Ragion per cui, la riduzione di indici decisa per l’Arcipelago vale anche per la convenzione su Falghera, che aveva indici altissimi. Così facendo, la superficie edificabile crolla da 8.000 metri quadri a 1.454. Di fatto, politicamente, significa bloccarla».
Insomma, il sindaco Mauro Gattinoni non usa mezze misure, anche ribadendo che «si tratta di una scelta coraggiosa, a lungo discussa nella maggioranza. Riteniamo che la sensibilità comune dei lecchesi sia contraria a nuovi scempi speculativi in stile Malnago e giustifichi una scelta così drastica. Ricordo a tutti che nel 2022 è stato inserito in Costituzione il valore della tutela del Paesaggio, ambito che verrebbe compromesso se quel progetto mastodontico venisse mai attuato. La speculazione realizzata a Malnago è impattante visivamente e ricade pure in un contesto idrografico delicato; qualcosa di simile si sarebbe verificato sul prato di Falghera». Più in generale, Gattinoni ricorda che «già l’attuale Pgt, a firma Brivio e Mazzoleni, era severo sulle possibilità di edificazione in fascia pedemontana: l’effetto reale è che si è giustamente costruito pochissimo in questi anni, ma i cittadini l’hanno subito come una violazione di un proprio diritto di proprietà. Ora offriamo ai proprietari una doppia soluzione pratica, non lesiva sul piano patrimoniale. In complesso, le misure del nuovo PGT permetteranno al Comune non solo di centrare la norma europea del “consumo di suolo Zero”, ma di ridurne il totale rispetto alle previsioni di piano di circa il 23%».
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