Anche la Technoprobe nel mirino dei falsi emissari del ministro Crosetto. Ma la truffa è sfumata

Merate

Nell’elenco dei truffati dai falsi emissari del ministro della difesa Guido Crosetto, accanto al nome di Massimo Moratti e della famiglia Caprotti di Esselunga ha rischiato di esserci anche quello di Giuseppe Crippa, presidente di Technoprobe. Il tentativo, messo in atto nella giornata di giovedì, è però sfumato perché i truffatori non sono riusciti a ottenere il contatto diretto del fondatore del colosso elettronico. A raccontare i dettagli del raggiro sfumato, Paolo Cavallotti, addetto stampa di Technoprobe, che fin dall’inizio aveva sentito puzza di bruciato. «Per quello che ci riguarda - racconta - le chiamate sono arrivate al centralino. Quattro volte in un solo giorno, giovedì, per fare pressione e cercare di ottenere il numero del nostro presidente. Naturalmente, alla reception hanno agito come da istruzioni. Nonostante queste persone sostenessero di far parte del ministero della difesa e insistessero parecchio per parlare con il presidente, facendo cenno a “una cosa urgente e grave”, senza però fornire ulteriori dettagli, non hanno ottenuto nulla».

Alla fine, davanti all’insistenza, «la reception li ha invitati a mandare una email per spiegare la questione o, in alternativa, a chiamare direttamente me». Nessuno però si è fatto sentire. E così, la cosa è caduta nel dimenticatoio. Fino a quanto sui giornali nazionali è comparsa riportata la notizia della truffa a Moratti e quindi di tutti gli altri grandi imprenditori italiani che erano stati contattati nel tentativo di ottenere soldi per liberare giornalisti bloccati in Medio Oriente. «Leggendo quelle notizie - continua Cavallotti - ho fatto due più due e capito che le telefonate di cui avevano detto probabilmente avevano a che fare con la stessa truffa». Solo successivamente, di conseguenza, l’addetto stampa ha comunicato al responsabile delle risorse umane e ai vertici aziendali che anche Technoprobe era stata presa di mira.

«Fin da subito, tuttavia, la cosa non mi tornava. Ritenevo strano che il ministro della difesa avesse bisogno di passare dal centralino dell’azienda per ottenere il numero di telefono del nostro presidente. Sono certo che se servisse, avrebbe modo di contattarlo immediatamente». Dal momento che il tentativo si è fermato al centralino non dovrebbe esserci alcuna denuncia. L’azienda ha tuttavia voluto rendere noto quello che è accaduto anche per evitare che altri possano cadere nella trappola. Difficile sapere quali e quanti siano gli imprenditori che sono stati presi di mira. Sicuramente i malfattori sono partiti dai big dell’imprenditoria italiana. Sul tavolo della procura di Milano, infatti, dovrebbero essere arrivate denunce da parti di molti. Tra queste quelle di aziende quali Esselunga, Luxottica e di imprenditori come Massimo Moratti, la famiglia Aleotti e Beretta.

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