
Cronaca / Merate e Casatese
Domenica 12 Ottobre 2025
Il ricordo di Aldo, uomo semplice e generoso
Toccante lettera della famiglia del camionista scomparso lo scorso 16 luglio
Lecco
È stato il momento più intenso, il più silenzioso e il più vero della giornata. Durante la 75ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Infortuni sul Lavoro, celebrata oggi a Lecco, è stato ricordato Aldo Civillini, il camionista di 49 anni morto sul lavoro lo scorso 16 luglio.
Le parole scritte dalla sua famiglia e lette dal consigliere provinciale Antonio Pasquini hanno attraversato il cuore della cerimonia, trasformandola in un momento di memoria viva.
Non solo un ricordo, ma un richiamo alla coscienza collettiva, al valore della sicurezza e della dignità del lavoro.
Aldo Civillini era nato a Imbersago e viveva da anni a Brivio. Lavorava come autista per la Bodega di Cisano Bergamasco, azienda specializzata nella produzione di trafilati di alluminio, dove era apprezzato per la sua professionalità e affidabilità.
La mattina del 16 luglio, durante un’operazione di scarico presso la ditta Omo di Cartigliano (Vicenza), Aldo è caduto dal cassone del camion, riportando un trauma cranico fatale.
“Aldo non cercava i riflettori – è un passaggio della commovente lettera della famiglia - li spegneva con il suo fare discreto. Ogni giorno partiva presto con il camion della Bodega, dove da anni si fidavano di lui perché i carichi erano al sicuro quando c’era Aldo. Il 16 luglio 2025 era un mercoledì qualunque. Un piazzale, un cassone da sistemare, un ultimo controllo prima di ripartire. In un istante tutto si è fermato.”
In pochi minuti, la lettera ha restituito voce e presenza a un uomo che viveva per la sua famiglia — la moglie Maria Rosa, i figli Martina e Tommaso — e che nel suo lavoro metteva tutto sé stesso.
Un uomo generoso, che si preoccupava per gli altri anche quando non era tenuto a farlo. “Era un uomo che faceva il suo dovere ogni giorno, senza clamore. Si preoccupava per gli altri, anche a costo di esporsi in prima persona. Oggi lo ricordiamo per dire che nessuno dovrebbe morire mentre lavora.”
Molti tra i presenti — colleghi, autorità, semplici cittadini — hanno ascoltato in silenzio, commossi. La voce della famiglia è diventata la voce di tutti coloro che chiedono più sicurezza, più rispetto, più attenzione. E anche nel momento più tragico, Aldo ha continuato a donare. Con la donazione dei suoi organi, ha salvato quindici vite. “Ciao Aldo – si legge nelle ultime righe della lettera – la tua gentilezza resta qui, tra noi, come un segnale che indica la strada da seguire.”
© RIPRODUZIONE RISERVATA