Tunnel sotto l’Adda: i sindaci sono perplessi ma il progettista rilancia

L’architetto De Simone: «Dubbi? Andate a vedere quello che abbiamo fatto a Castellanza e poi ne riparliamo»

Paderno

Non suscita grandi entusiasmi la proposta dell’architetto Fernando De Simone di realizzare un tunnel sotto l’Adda al posto di un nuovo viadotto, per sostituire il ponte San Michele.

I principali sindaci interessati al progetto, Giampaolo Torchio, primo cittadino di Paderno d’Adda, e il collega Michele Pellegrini, sindaco di Calusco d’Adda, sono infatti piuttosto freddi al proposito.

Il lecchese, infatti, accoglie la suggestione con estrema cautela: «Può essere interessante se praticabile, ma al momento non abbiamo elementi per capirne la fattibilità». E aggiunge, ribadendo concetti già espressi, che attualmente, chiuso il dibattito pubblico, «gli unici interlocutori sono Rfi e Regione Lombardia». Infine, osserva come la proposta sia fuori tempo. «Se fosse arrivata due mesi fa, con dati tecnici concreti, avremmo potuto verificarla e valutarla meglio».

Più netto il giudizio di Michele Pellegrini, primo cittadino di Calusco: «Mi sembra inconcepibile. Non si può presentare una proposta del genere quando la procedura è già in itinere. Tre anni fa non fu presa in considerazione e il problema resta il dislivello di 80-90 metri: non si può pensare a un tunnel solo ferroviario. Come Comune abbiamo avanzato due osservazioni: ridurre l’impatto vicino al ponte e valutare un nuovo tracciato 150 metri più a sud, con minore impatto sugli abitati». Nessun accenno, quindi, al tunnel.

Fabio Vergani, sindaco di Imbersago, invece, ne è entusiasta, anche se, a differenza degli altri due, ne sente parlare per la prima volta. «Se si potesse fare, perché no? Sentita così, su due piedi, mi sembra una bella idea». E conclude affermando: «Mi fa piacere che qualcuno pensi ancora a un futuro per il San Michele, che potrebbe continuare a vedere transitare i treni. Credo - conclude infine - che analizzare seriamente la proposta del tunnel sia senz’altro una buona idea».

L’architetto De Simone rilancia

«Il tunnel sotto l’Adda è un’opera fattibile così come fattibile era il tunnel del Malpensa Express oltre vent’anni fa. Regione Lombardia sosteneva che non lo si poteva fare. Il sindaco di Castellanza, a fronte della protesta dei suoi cittadini che volevano evitare che la città fosse attraversata dalle ferroviaria e divisa in due da cinque passaggi a livello che abbassavano le sbarre ogni mezz’ora, affidò alla Norconsult, azienda norvegese di progettazione, la preparazione di uno studio di fattibilità. Con quello andò a Roma dal ministro dei Lavori pubblici e da quello dei Trasporti e li convinse che l’intervento si poteva fare. Da lì, dopo qualche anno, l’opera venne appaltata e realizzata. Per questo motivo - conclude l’architetto Fernando De Simone - sono convinto che anche il tunnel sotto l’Adda sia realizzabile».

Anche se i termini per la presentazione delle osservazioni nell’ambito del Dibattito pubblico sono ormai scadute, l’architetto insiste affinché i sindaci caldeggino l’alternativa del tunnel al posto del nuovo viadotto in sostituzione del San Michele.

«Il tunnel per auto e camion - sostiene il De Simone, che manterrebbe il traffico ferroviario sul ponte in ferro attuale - potrebbe essere realizzato qualche chilometro a sud di Paderno D’Adda. L’idea è quella di collegare la Sp 55 lecchese con la Sp 170 bergamasca. Il punto esatto di inizio della strada non è stato ancora individuato ma in quella zona non ci sono problemi».

Spostando il traffico automobilistico lontano dai centri abitati, sostiene, si otterrebbero enormi benefici per tutti i cittadini. «Le previsioni dicono che sul nuovo viadotto transiteranno dai 15 mila ai 17 mila veicoli al giorno, con evidenti conseguenze per l’inquinamento. Il tunnel eliminerebbe tutti questi problemi». Con ricadute positive sulla salute di chi vive a ridosso delle zone dove secondo il tracciato indicato da Rfi e Regione dovrebbe transitare il traffico in futuro.

Per convincere i sindaci del territorio in primis, ma anche Rfi e Regione Lombardia sulla fattibilità del progetto, De Simone chiede un dibattito pubblico. «Mi piacerebbe venisse organizzato un convegno, dove fossero invitati anche i tecnici di Rfi e Regione Lombardia, oltre ai sindaci del territorio. In quella sede sarebbe possibile un confronto durante il quale sarà possibile illustrare meglio quelle che sono le nostre idee, che si basano su dati concreti».

A sostegno della sua idea, porta la grande quantità di infrastrutture dello stesso tipo realizzate grazie agli studi di Norconsult, tra le società di ingegneria più quotate in Europa (12esimo posto nella classifica de Il Sole 24 Ore), che, tre le altre cose, ha firmato il progetto per il tunnel automobilistico sottomarino più lungo e più profondo del mondo: il Rogfast tunnel (26,7 chilometri, a due canne, che raggiungerà i -390 metri sotto il livello del mare), in Norvegia, attualmente in costruzione.

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