Cronaca / Oggiono e Brianza
Lunedì 01 Dicembre 2025
Oggiono, il dragaggio del Gandaloglio divide la politica locale
La consigliera dell’opposizione Debora Acerbi, pur riconoscendo le criticità ambientali, pone la sicurezza dei cittadini al primo posto dopo le esondazioni del 2024 e 2025. Urgente intervenire.
Oggiono
Per l’opposizione politica, l’intervento sul letto del fiume Gandaloglio si deve fare. Secondo quanto dichiara in un comunicato la consigliera Debora Acerbi: «Abbiamo letto con grande attenzione l’analisi del Circolo Ambiente Ilaria Alpi, critico in merito all’intervento di dragaggio previsto sul torrente.Pur riconoscendo la fondatezza delle argomentazioni ecologiche e l’importanza di rispettare le dinamiche naturali dei corsi d’acqua – afferma Acerbi – come rappresentante dei cittadini che subiscono gli allagamenti, non posso condividere completamente le obiezioni all’intervento idraulico in programma. La sicurezza è la priorità, dal punto di vista della salvaguardia delle vite umane. Quando il Gandaloglio esonda, come purtroppo è accaduto in modo drammatico e ricorrente nell’ottobre 2024 e nuovamente nel novembre 2025 nella zona del Mognago, le abitazioni si allagano, causando danni enormi e mettendo a rischio l’incolumità dei residenti. Il problema delle esondazioni a Oggiono non è nuovo, ma rappresenta una criticità che si protrae da decenni. Il primo dovere dell’amministrazione pubblica – ribadisce Acerbi – è la salvaguardia immediata dei cittadini. Dopo l’emergenza di settembre 2024, l’amministrazione di Oggiono dispose la pulizia dell’alveo in via d’urgenza, riconoscendo che l’accumulo dei detriti rappresentava un fattore di rischio diretto di ostruzione. Tuttora, dopo i fatti dello scorso novembre, il dragaggio è percepito dalla popolazione come una necessità imprescindibile per ripristinare o mantenere una capacità di deflusso tale da evitare danni seri in un contesto urbanizzato. Ribadisco che concordo – aggiunge Acerbi – sul fatto che i problemi attuali sono la diretta conseguenza di scelte urbanistiche sbagliate del passato: in particolare l’urbanizzazione indiscriminata delle aree del Peslago e del Mognago, che ha sottratto al torrente le sue storiche zone di esondazione naturale. Questo è il vero nodo da affrontare: stop al consumo di suolo e rinaturalizzazione devono essere la vera strategia a lungo termine. Tuttavia, finché non avremo completato le opere di mitigazione e non avremo corretto gli errori urbanistici, non possiamo ignorare il rischio idrogeologico. La gestione del Gandaloglio deve essere una sintesi tra l’esigenza di proteggere le case nel presente, con interventi idraulici mirati, e la necessità di restaurare l’equilibrio ecologico nel futuro, partendo subito da scelte urbanistiche coraggiose che restituiscano spazio vitale al corso d’acqua».
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