Lecco, blocco del piano di Falghera: scoppia la polemica politica

La decisione del sindaco Gattinoni di ridurre la superficie edificabile nella frazione divide la politica. Accuse di propaganda e timori per possibili battaglie legali

Lecco

«Bisogna cercare di evitare contenziosi con i proprietari». Ruotano tutte intorno a questo rischio le reazioni all’annuncio del sindaco Mauro Gattinoni sul blocco del piano di lottizzazione di Falghera. In sostanza, come spiegato dal primo cittadino in un’intervista a queste colonne negli scorsi giorni, l’amministrazione ha deciso di inserire nel nuovo piano di governo del territorio degli indici edificatori più bassi per i 32mila metri quadri oggetto del piano approvato nel lontano 2008. La superficie edificabile passa da 8mila metri quadri, pari a circa una ventina di villette singole, a 1.454 metri quadri. «È vero – osserva il leghista Stefano Parolari – che in passato quelle colline sono state sfruttate troppo. È uno dei motivi per cui poi ci ritroviamo con l’acqua a Germanedo. Allo stesso tempo, non credo che iniziative come queste salvino la città. Ora i proprietari potrebbero presentare un’osservazione, su cui si dovrà eventualmente esprimere il consiglio comunale, per tornare al vecchio regime edificatorio oppure potrebbero fare ricorso al tribunale amministrativo».

Come ricordato da Gattinoni, la convenzione relativa Falghera è datata 2008, aveva subito alcune proroghe imposte da decreti nazionali ed era in scadenza nel 2007. «Già con il precedente Pgt del 2015 – commenta l’ex sindaco Virginio Brivio – avevamo attenuato il diritto ad edificare in quella zona. Ogni operazione che punta a ridurre il consumo di suolo e a proteggere aree sensibili come Falghera è sicuramente positiva ma deve essere portata avanti con attenzione, facendo i conti con gli aspetti giuridici e procedurali. Bisogna cercare di evitare contenziosi con proprietari che da anni sono titolari di quel diritto a costruire. In ogni caso, non credo che basti quest’iniziativa per affrontare il tema del contenimento del consumo di suolo a Lecco».

Tra gli attuali consiglieri comunali, sono in pochi ad avere un’esperienza così importante da aver partecipato ai grandi dibatitti che ci furono sul tema tra il 2008 e il 2011. «Non c’è alcun dubbio: – osserva il capogruppo di Fratelli d’Italia Filippo Boscagli - negli anni la sponda di Malnago ha subito interventi edificatori molto discutibili a causa dei quali la strada per Erna ma anche Germanedo subiscono frequenti allagamenti. Altra cosa è immaginare un intervento della politica che, bloccando alcuni diritti dei cittadini su quell’area, salva la città dalla cementificazione, mentre lo stesso Sindaco solo lunedì dichiarava che il Comune aumenterà di 10.000mq i propri uffici. Siamo sicuri che questa amministrazione sia in grado di resistere in giudizio alle cause pressochè sicure dei proprietari o alle future osservazioni su Pgt e piani urbanistici? Penso proprio che sia l’ennesima mossa di propaganda di questa giunta che si fa pubblicità da un lato e non risolve nulla dall’altro».

Da parte della maggioranza, però, si rivendica la decisione. «Nei decenni scorsi – sottolinea Alberto Anghileri di Avs – Cambia Lecco - sulle colline sopra la nostra città si è abbondantemente urbanizzato. La scelta di concedere la possibilità di costruire sulla collina di Falghera era sbagliata e lo sarebbe ancor di più oggi. La salvaguardia del territorio è oggi un bene indispensabile, talmente importante da essere stata inserita nella nostra Costituzione. Non è solo una questione “estetica” ma è una necessità fondamentale per evitare pericoli ben più grandi in futuro anche a fronte dei cambiamenti climatici in corso. Siamo convinti che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini condivida queste iniziative».

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