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Giovedì 25 Dicembre 2025
Pino Galbani, una vita dalla parte della libertà: «Il 2026 lecchese sarà l’anno della memoria»
Cgil e Cisl: «Oggi, ricordare Pino Galbani significa riaffermare il valore della memoria come strumento di educazione civica»
Lecco
Il 2026 sarà un anno carico di significato per Lecco e il suo territorio. Ricorreranno infatti due anniversari che si intrecciano nella figura di Giuseppe “Pino” Galbani: il centenario della nascita e il decennale della scomparsa. Un doppio appuntamento che offre alla comunità lecchese l’occasione di tornare a riflettere su una storia personale che coincide con alcune delle pagine più dure del Novecento italiano ed europeo.
Nato a Ballabio il 10 ottobre 1926, Galbani è stato protagonista della Resistenza operaia durante la Seconda guerra mondiale. Nel marzo del 1944 partecipò agli scioperi che coinvolsero le fabbriche di Lecco e della Lombardia, una mobilitazione che andava ben oltre le rivendicazioni salariali e che rappresentava una sfida aperta al regime nazifascista. Una scelta che comportava rischi enormi e che, per lui come per molti altri, ebbe conseguenze drammatiche.
Arrestato per la sua adesione agli scioperi, Pino Galbani fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. Era tra i più giovani dei 29 lecchesi, 24 operai e 5 operaie, destinati a uno dei luoghi simbolo dell’orrore nazista. Fame, freddo, lavoro forzato e umiliazione segnarono in modo indelebile la sua esistenza, insieme a quella solidarietà silenziosa tra deportati che spesso rappresentava l’unico appiglio per sopravvivere. Indimenticabile, nel suo racconto, l’emozione provata nell’incontrare un altro deportato italiano che si dichiarò di Lecco, un legame improvviso capace di riportare alla mente casa, affetti e normalità.
Dopo la liberazione e il ritorno in Italia, Galbani scelse di trasformare la sofferenza in impegno civile. Per anni incontrò gli studenti delle scuole della provincia, raccontando con parole semplici e dirette cosa significhino la perdita della libertà, la violenza della dittatura, il razzismo elevato a sistema. Senza retorica e senza odio, la sua testimonianza si è inserita nel più ampio lavoro di trasmissione della memoria portato avanti dagli ex deportati nel dopoguerra.
Il messaggio che lasciava ai giovani era netto: la pace non è mai scontata, ma va costruita giorno dopo giorno attraverso la partecipazione, la consapevolezza e la memoria. Un invito a riconoscere i segnali dell’intolleranza e a difendere i valori democratici prima che sia troppo tardi.
«Oggi, ricordare Pino Galbani significa riaffermare il valore della memoria come strumento di educazione civica» sottolineano i segretari generali della Cgil Lecco e della Cisl Monza Brianza Lecco, Diego Riva e Mirco Scaccabarozzi, che hanno rinnovato l’impegno a custodire e trasmettere la sua eredità morale, insieme a quella di tutte le donne e gli uomini che pagarono con la sofferenza e con la vita la scelta di stare dalla parte della libertà.
In questa prospettiva si inserisce anche l’iniziativa, sostenuta dal Comune di Lecco, di dedicare a Pino Galbani il piazzale antistante le sedi sindacali. La cerimonia ufficiale è prevista proprio nel 2026, a suggellare un percorso di memoria che lega la storia individuale di un operaio lecchese ai valori fondanti della democrazia e della dignità del lavoro.
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