
(ANSA) - CAPE TOWN, 06 GIU - La rimozione del corno ai rinoceronti ha portato a una riduzione di quasi l'80% del bracconaggio contro questa specie, secondo uno studio svoltasi nell'arco di sette anni in una estesa area protetta del Sud Africa. I risultati dell'esperimento sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science. Il metodo del taglio del corno inoltre comporta una frazione del costo rispetto a altre misure contro il bracconaggio quali un ampio spiegamento di ranger e l'arresto di bracconieri.
Lo studio è stato condotto tra il 2017 e il 2023 in 11 riserve confinanti il famoso Kruger National Park del Sud Africa, e una riserva nel vicino Mozambico. In quest'area vive la più grande popolazione di rinoceronti al mondo. Durante il periodo in questione, circa 1.985 rinoceronti sono stati uccisi nelle riserve intorno al Kruger nonostante 74 milioni di dollari spesi principalmente per misure reattive e che hanno portato alla cattura di ben 700 bracconieri. In confronto, la rimozione di 2.284 corna dagli animali ha portato alla riduzione del bracconaggio del 78% con un costo pari a solo 1,2% di quello per le misure reattive. Timothy Kuiper insegna statistica e conservazione della natura presso l'Università Nelson Mandela di Port Elizabeth, in Sudafrica, ed è l'autore principale dello studio: "La nostra ricerca suggerisce che abbiamo bisogno di pensare strategicamente se questo metodo è sostenibile e se davvero è un passo avanti." La rimozione del corno di rinoceronte è ormai una strategia comune in Africa meridionale. La procedura, che si ritiene indolore, prevede di sedare i rinoceronti e di segargli la sommità delle corna sopra i nervi. Come le unghie tagliate, le corna ricrescono. Nel caso dei rinoceronti, di solito entro circa 18 mesi.
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