(ANSA) - TORINO, 21 MAG - "L'indifferenza dei più, la miopia e la sete del profitto di una parte dell'industria sta uccidendo la biodiversità, l'unica ricchezza in grado di salvarci. Il degrado ambientale che stiamo vivendo è causa di povertà, costringe milioni di persone a migrare e concorre a innescare conflitti". Lo dice Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, che ricorre il 22 maggio.
"Forse - prosegue Nappini - sorprenderà sapere che il primo imputato per la perdita di biodiversità è l'attuale sistema agroalimentare, responsabile dell'estinzione e della distruzione dell'80% di specie e habitat. Questo modello produttivo ci ha resi fragili, esposti agli shock climatici e sanitari, e dipendenti da fertilizzanti chimici e pesticidi che inquinano e danneggiano gli ecosistemi".
Per proteggere davvero la biodiversità "non è sufficiente confinarla in aree protette, lontana da noi e dal nostro sistema produttivo predatorio. Serve - aggiunge la presidente di Slow Food Italia - riportare la biodiversità al centro delle nostre vite e dare dignità e sostegno a quei territori dove diversità biologica e culturale convivono da millenni. Ma oltre a porre un freno alle pratiche che la distruggono, è urgente occuparsi su scala globale di un altro grande tema che riguarda la biodiversità: lo sfruttamento commerciale delle risorse genetiche. Oggi è possibile produrre nuovi ingredienti e composti per creare o migliorare prodotti più diversi, dagli alimenti ai farmaci, fino alla cosmesi, portando notevoli utili alle aziende biotech che si trovano nei Paesi sviluppati, senza tuttavia riconoscere ai Paesi ricchi di biodiversità, solitamente quelli in via di sviluppo, alcun benefit economico che matura dall'utilizzo delle loro risorse genetiche".
La biodiversità, dunque - conclude Barbara Nappini - "va custodita come un tesoro prezioso non per nostalgia, ma per intelligenza ecologica collettiva, per necessità. Non possiamo accettare che la strategia sulla biodiversità per il 2030, presentata dalla Commissione europea nel maggio 2020, venga progressivamente svuotata, come purtroppo sta accadendo" (ANSA).
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