Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Mercoledì 26 Novembre 2025
Sondrio, al Teatro Sociale in scena il dramma di Billy Milligan
Al Teatro Sociale uno spettacolo sulla storia di Billy Milligan, l’uomo con ventiquattro personalità, tra rapimenti, violenze e infermità mentale.
Sondrio
Non a caso il Comune di Sondrio, come affermato sul palco dall’assessore alla Cultura Marcella Fratta, ha scelto nella Giornata internazionale contro la violenza alle donne (la stessa giornata in cui il femminicidio è diventato reato) di portare al Teatro Sociale di Sondrio la drammaturgia contemporanea di Gianni Forte con “Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo” che racconta il caso, che scosse profondamente l’America degli anni ’70, di Billy Milligan, riconosciuto colpevole di aver rapito e violentato tre ragazze e poi assolto per infermità mentale perché affetto da disturbo di personalità multipla: in lui ne coabitavano addirittura ventiquattro. Uno spettacolo «complesso», ha messo in guardia l’assessore Fratta, e così è stato. Un lavoro impegnativo per tema, stimolante e vivace nella ricca proposizione e incursione di video e suoni e nelle scelte metateatrali come “avviso al pubblico”, seppure a tratti lento e non totalmente efficace nella resa recitativa (oltre al fatto che la voce di un’attrice, Anna Gualdo, non arrivava distintamente a tutto il pubblico).
Lo spettacolo si apre con un personaggio – si scoprirà essere il padre dell’omicida – attore fallito, perché è da lì che si origina il male: da quel padre che – e lo scoprirà alla fine – ha abusato del figlio per anni. Un filo apre e chiude lo spettacolo. In mezzo la vicenda delle tre donne (infermiera, studentessa, donna delle pulizie), interpretate da Sara Putignano (maggiormente incisiva nella donna delle pulizie) incatenate, stuprate e rapinate; gli interrogatori Billy – poliziotto; le analisi dell’imputato Billy-psicologa, Billy-avvocato. Tutto concorre a creare il quadro che, però, non è così analitico, perché quello cui tende il regista Fausto Cabra è mostrare la frantumazione dell’identità, la dissociazione «come se esistessero più vite in lui» o, definiti anche, più «abitanti».
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