Rogeno, medaglia d’onore al deportato Mario Beretta grazie alla nipote

Ilaria Iannuzzi ha ricostruito il passato del nonno, internato in un campo di concentramento. La medaglia sarà conferita dopo una lunga ricerca

Rogeno

«Mio nonno, Mario Beretta, è nato il 14 luglio 1918 a Casletto. Purtroppo non l’ho mai conosciuto: se n’è andato nel gennaio 1999, quando avevo solo pochi mesi». Ilaria Iannuzzi è tra coloro che, il prossimo 20 settembre, riceveranno dal Prefetto di Lecco, Paolo Ponta, le Medaglie d’onore in memoria dei congiunti che, dopo l’8 settembre 1943, furono internati nei lager nazisti. «Tra i ricordi di famiglia, racconta la nipote, ho trovato documenti e fotografie che testimoniavano che mio nonno è stato in un campo di concentramento, ma mia nonna, scomparsa di recente, non mi ha mai parlato del passato, forse perché lui stesso è sempre stato molto frammentario e reticente». È un tratto comune tra gli ex militari.

La nipote, allora, si è messa sulle tracce: «La mia ricerca, dice, è partita da ciò che era in mio possesso, passando per gli archivi online italiani (LeBi) e tedeschi (Arolsen Archives), arrivando all’archivio di Stato a Como, a quello Vaticano e a quello della Croce Rossa di Ginevra. Ho inoltre contattato direttamente gli archivi del campo di prigionia, per ulteriori conferme. Tra le foto a mia disposizione, una ritraeva il nonno in moto ed era visibile la divisione alla quale apparteneva: 18esimo Reggimento di Artiglieria dell’Aquila. Ricostruendo, infatti, svolse la leva militare obbligatoria nel 1939 ad Avezzano. Lì avrebbe dovuto trascorrere solo i due anni canonici, ma nel gennaio 1941 la sua divisione, unita alla fanteria Pinerolo, venne inviata in Albania per rinforzare le posizioni italiane, minacciate dalla controffensiva greca. Nel giugno dello stesso anno la divisione fu trasferita a Larissa, come forza di occupazione per debellare la resistenza greca. A Larissa risale la foto sul cavallo che il nonno adorava, datata 21 gennaio 1943».

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