Lovero, fucile ereditato: revocati gli arresti domiciliari per Carletto Bormolini

L’arma, mai denunciata, era appesa sopra un trofeo di camoscio. L’uomo, noto per le sue battaglie ambientali, spiega: “E’ un’eredità di famiglia”. Ora obbligo di firma.

Lovaro

«Sono stato interrogato dal giudice del Tribunale di Sondrio. Gli ho spiegato che il fucile che mi ha trovato e sequestrato la Polizia di Stato nell’abitazione di Livigno, sopra un trofeo di camoscio imbalsamato appeso al muro, non l’ho mai usato. È frutto di un’eredità avuta dalla mamma la quale, a sua volta, lo aveva ricevuto in regalo dal mio nonno Casimiro Mottini».

È appena rientrato nell’abitazione di via don Andreani a Lovero, dove si trovava agli arresti domiciliari da inizio settimana, dopo il blitz dei poliziotti della questura del capoluogo valtellinese. Carlo Bormolini, “Carletto” per gli amici e i conoscenti, 72 anni, più volte autore di crociate a favore dell’ambiente, finito nei guai per quell’arma il cui possesso non aveva mai denunciato, si sente un poco risollevato. La misura cautelare a suo carico si è notevolmente alleggerita.

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