Ardenno: eseguita l’autopsia su Stefano Flematti, tre mesi per la perizia

Disposta dalla Procura di Sondrio per accertare le cause della morte dell’operaio deceduto al Morelli di Sondalo, due settimane dopo una spinta ricevuta dal titolare della pizzeria. La difesa contesta il nesso causale tra l’episodio e il decesso

Ardenno

Il dottor Luca Tajana, dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Pavia, con la sua equipe di tre collaboratori, è entrato nella Camera mortuaria dell’ospedale civile di Sondrio per eseguire l’autopsia su Stefano Flematti, 54 anni, di Ardenno, pochi minuti dopo le 10 di ieri e ne è uscito quando erano circa le 13.15. E, a quel punto, si è infilato subito nella Mitsubishi bianca parcheggiata di fronte con la quale era arrivato, in mattinata, guidandola di persona. Nessuna parola sull’esito della perizia, unicamente la conferma, al di là del finestrino già chiuso, che serviranno «tre mesi prima del deposito della relazione». L’esame autoptico è stato disposto dalla Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, per chiarire le cause del decesso dell’operaio spirato venerdì pomeriggio all’ospedale “Morelli” di Sondalo, a distanza di circa 15 giorni da quando aveva ricevuto una spinta dal titolare 44enne della pizzeria in centro paese, sulla piazza centrale del Municipio, ed era caduto sull’asfalto battendo la testa. Un trauma riportato dalla scatola cranica sottoposta, peraltro, a due delicati interventi chirurgici, a breve distanza l’uno dall’alto, lo scorso mese di ottobre, per i quali, per la convalescenza, si era assentato dal lavoro di operaio in un’impresa metalmeccanica di Talamona.

«Non volevo assolutamente fargli del male - raccontò il pizzaiolo napoletano a La Provincia di Sondrio -. Si è trattato di un tragico incidente. Volevo allontanarlo dal locale perchè sempre più minaccioso nei confronti di mia moglie e della nostra stagista. E, probabilmente, lui, nell’indietreggiare dalla porta, ha perso l’equilibrio ed è caduto a terra».

A indagare sull’accaduto sono ora i carabinieri della caserma di Ardenno, guidata dal luogotenente Fedele Striano, ufficiale ieri presente in Obitorio con un suo stretto collaboratore. I militari dell’Arma sono coordinati dal sostituto procuratore Stefano Latorre, titolare dell’inchiesta.

«Nella giornata di mercoledì - dichiara l’avvocato Nicola Marchi di Sondrio, difensore di fiducia dell’imprenditore della ristorazione indagato - si è svolto l’esame autoptico e necroscopico sulla salma del signor Stefano Flematti nell’Obitorio di Sondrio al fine di accertare la causa della morte. Al suddetto esame ha partecipato anche il consulente di parte, dottor Maurizio Robustelli Della Cuna con studio professionale in Sondrio, nominato dal signor Salvatore Manuele Capuano. La difesa del signor Capuano ritiene che non sussista un nesso causale tra la condotta ascritta in imputazione a Capuano e l’evento decesso del signor Stefano Flematti, in quanto il defunto non si è recato immediatamente al Pronto Soccorso e, inoltre, lo stesso era affetto da patologie molto gravi pregresse alla caduta che potrebbero aver avuto, da sole, delle conseguenze dirette sull’evento morte».

Il legale sondriese Marchi afferma, inoltre, che «ciò escluderebbe ogni responsabilità penale in capo al signor Capuano per il reato di omicidio preterintezionale contestato dalla Procura. Bisognerà, comunque, attendere il deposito della perizia e l’esame delle cartelle cliniche da parte del perito nominato dai magistrati. Peraltro il mio assistito non ritiene, in ogni caso, di essere in alcun modo responsabile di quanto accaduto al signor Flematti e di quanto a lui penalmente contestato».

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