Ardenno, operaio morto: indagato il pizzaiolo per omicidio preterintenzionale

Si attendono i risultati dell’autopsia per chiarire il nesso causale tra la spinta e il decesso. La difesa del pizzaiolo nega ogni responsabilità del suo assistito

Ardenno


Si dovranno attendere circa tre mesi prima del deposito, a Palazzo di Giustizia, della relazione sull’autopsia eseguita mercoledì alla Casa mortuaria dell’ospedale del capoluogo valtellinese - dalle 10 alle 13:15 - dall’anatomopatologo Luca Tajana dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia, su Stefano Flematti, 54 anni, di Ardenno.
Ma intanto alcuni risultati sull’esame autoptico disposto dalla Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, per fare piena luce sulla morte dell’operaio dell’impresa “Officine Meccaniche Barni Spa” dell’area industriale di Talamona e Morbegno, deceduto nel pomeriggio di venerdì della scorsa settimana all’ospedale “Morelli” di Sondalo, a distanza di circa 15 giorni dalla spinta ricevuta dal pizzaiolo che lo aveva allontanato dal locale pubblico perché, a suo dire, da circa mezz’ora si era fatto minaccioso e aggressivo nei confronti della moglie di nazionalità ucraina e della loro stagista, si conoscono già.
L’uomo era caduto a terra, sbattendo la testa, nella piazzetta su cui si affaccia il Municipio, dove la vittima, in quel tragico pomeriggio, era giunta dalla sua bella villetta in cui viveva in paese, in passato in compagnia della mamma. L’autopsia ha rilevato «segni di un’emorragia epidurale, evacuata in via chirurgica e d’urgenza il 16 giugno presso l’ospedale Morelli di Sondalo». E il perito, nell’anticipazione delle conclusioni fatta ai magistrati, ha inoltre spiegato che «si tratta verosimilmente di conseguenze di un trauma».
Ora il medico legale, inoltre, dovrà valutare «alla luce anche delle notizie desumibili dalla cartella clinica» l’eventuale incidenza del trauma «sull’evoluzione del quadro clinico di Flematti, quindi un suo eventuale ruolo nel determinare il decesso».

L’operaio, infatti, nel mese di ottobre dello scorso anno era stato sottoposto a due delicati interventi chirurgici, a breve distanza l’uno dall’altro, alla testa che lo avevano costretto a una non facile e breve convalescenza. E, per approfondire il suo esame, il dottor Tajana, nella mattinata di mercoledì scorso, ha tra l’altro provveduto a effettuare vari prelievi, anche di organo.Al momento il titolare della pizzeria, 44 anni, originario di Napoli, ma da tantissimi anni in Valtellina e gran lavoratore nel settore della ristorazione, nell’indagine condotta dai carabinieri di Ardenno, del comandante Fedele Striano, coordinati dal magistrato Stefano Latorre titolare dell’inchiesta, è indagato in stato di libertà per l’ipotesi di omicidio preterintenzionale.

Dopo i fatti venne allertata la centrale di Areu (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza) che mandò nella piazzetta le ambulanze per soccorrere chi era rimasto ferito nella caduta e aveva perso del sangue, ma “Flematti fu caricato sull’auto della sorella Barbara nel frattempo chiamata, la quale lo portò via con sé. Soltanto il giorno dopo la donna lo accompagnò in ospedale, dove rimase ricoverato sino al giorno dell’avvenuto decesso”. «La difesa del signor Salvatore Manuele Capuano - dichiara il suo avvocato di fiducia, Nicola Marchi di Sondrio - ritiene che non sussista un nesso causale tra la condotta contestata nell’imputazione al mio assistito e l’evento decesso del signor Stefano Flematti, in quanto quest’ultimo non si è recato immediatamente al Pronto Soccorso dell’ospedale e, inoltre, lo stesso era affetto da patologie molto gravi, precedenti alla caduta di quel giorno, che potrebbero avere avuto da sole conseguenze dirette sull’evento-morte». Il legale Marchi ribadisce con forza che «ciò escluderebbe ogni responsabilità penale da attribuire al mio cliente per il reato di omicidio preterintenzionale».

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