
Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 04 Agosto 2025
Da Sondrio a Roma. Il Papa ai giovani: «Siate semi di speranza»
«Voi siete il segno che un mondo diverso è possibile», ha detto Papa Leone XIV davanti a oltre un milione di giovani a Tor Vergata, concludendo il Giubileo a loro dedicato. Presenti anche 60 ragazzi della provincia di Sondrio, in cammino con la diocesi di Como
Sondrio
«Miei giovani fratelli e sorelle, voi siete il segno che un mondo diverso è possibile: un mondo di fraternità e amicizia, dove i conflitti si affrontano non con le armi ma con il dialogo». In un tempo segnato dal dolore e dalla fatica per le guerre che dilagano, Papa Leone XIV ha consegnato al mondo una testimonianza importante: dare fiducia e spazio ai ragazzi. Lo si dice spesso: loro sono il nostro futuro. Ma poi, in fondo, quanto contano nelle decisioni importanti?
«Miei cari amici e amiche, uniti a Gesù come i tralci alla vite, voi porterete molto frutto; sarete sale della terra, luce del mondo; sarete semi di speranza là dove vivete: in famiglia, tra gli amici, nella scuola, al lavoro, nello sport. Semi di speranza con Cristo, nostra speranza», ha aggiunto il Sommo Pontefice durante l’Angelus a Tor Vergata, al termine del Giubileo dei giovani, il principale evento tematico dell’Anno santo attualmente in corso.
A pregare con oltre un milione di coetanei provenienti da tutti i continenti in questi giorni erano presenti anche sessanta ragazzi della provincia di Sondrio, che hanno aderito - con circa altri 250 giovani della Diocesi - alla proposta della Pastorale giovanile vocazionale di Como.
«Mi porto a casa una fortissima emozione e un grande entusiasmo, parola che ho riscoperto in questi giorni di Giubileo». Davvero affascinante l’etimologia del termine: letteralmente significa “avere Dio dentro”. Ne è rimasto colpito, per l’appunto, Pietro Fontana, di Sondrio, partito dieci giorni fa da piazza Campello in bicicletta alla volta di Roma insieme a due amici, Davide Medde e Andrea Perregrini, e al papà di quest’ultimo, Sergio, in veste di accompagnatore. «Un sentimento forte, dunque, che ci ha accompagnati durante tutto il viaggio in bici e nella veglia e nella messa conclusiva», aggiunge Pietro.
Da Albosaggia alla Città eterna: un ritorno per l’oratorio del paese orobico, che già aveva partecipato al Giubileo degli adolescenti in primavera, pochi giorni la scomparsa di Papa Francesco. «Fatto il primo ad aprile, non potevamo certo mancare a questo, così ricco di emozioni. La fatica sperimentata in questi giorni è stata ampiamente ripagata da emozioni positive che ci porteremo con noi per tutta la vita», spiega Federico Angeloni, anche a nome degli altri compagni di avventura.

Di cammino parla, invece, Alessio Cecini, giovane di Grosio. «Mi porterò dietro un cammino di amicizie che si sono sviluppate: proprio questa è stata una delle parole chiave del viaggio. E penso proprio sia la chiave di tutto, con Dio al centro dei nostri rapporti»
Clarissa Colombini, da Talamona, così racconta: «Mi porto a casa un nuovo senso di comunità: stare insieme a così tanti giovani, provenienti da luoghi differenti, ravviva il senso di appartenenza a una realtà grande qual è la Chiesa». Bello riflettere anche «sulla fede che ci accomuna: a Tor Vergata, infatti, eravamo tutti animati da un unico scopo». Ancora, «porterò con me l’immagine del nuovo Papa, che siamo riusciti a vedere da vicino. E poi un sacco di amicizie: alcune avevo già, e ho potuto approfondirle, altre invece sono nate cammin facendo. E sono bellissime».
Don Remo Bracelli, vicario parrocchiale di Sondrio, è stato il capogruppo del pullman di pellegrini valtellinesi. «Ho con me tanta gioia, insieme a un po’ di stanchezza, ma penso sia normale. Straordinario è stato trovarsi con il mondo intero insieme al successore di Pietro per seguire Gesù: è la cosa più importante. Attraverso la nostra amicizia seguiamo il Signore per essere davvero suoi discepoli e pellegrini di speranza in questo mondo che ne ha così tanto bisogno».
«È presto per tracciare un bilancio di questi giorni così intensi, impegnativi, ricchi di esperienze. Mi sembra, però, di poter dire che i nostri giovani erano tutti raggianti di gioia». Sono le prime parole del cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como, presente a sua volta - nei giorni scorsi - a Tor Vergata per il grande evento tematico dell’Anno santo. I ragazzi presenti, a suo avviso, sono risultati «felici di aver avuto un incontro personale con Cristo e desiderosi di fare qualcosa di bello per lui, in piena unità con altri amici che lo riconoscono anch’essi sorgente della loro speranza».
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