«L’importante è ricordare don Roberto»

Cosio Valtellino Il sindaco Alan Vaninetti non si sente di commentare la sentenza d’appello sull’omicidio. Ma sottolinea l’impegno per non dimenticare il suo messaggio - Don Siro Acquistapace: «Difficile giudicare»

Non sconterà l’ergastolo ma 25 anni di carcere. È stata ridotta la pena all’assassino di don Roberto Malgesini, Ridha Mahmoudi. Lo hanno stabilito i giudici della Corte di Assise d’Appello di Milano. Una sentenza che non può lasciare indifferenti e che inevitabilmente ha suscitato delle reazioni.

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Il sacerdote di Cosio Valtellino venne brutalmente ucciso dal tunisino a coltellate il 15 settembre 2020. Il paese della bassa valle cadette nello sconforto in quei giorni, in cui non ci si capacitò di quello che era accaduto.

Molto difficile per il sindaco di Cosio Valtellino, Alan Vaninetti, poter stabilire con esattezza se la condanna al killer di don Malgesini sia congrua o meno: «È una pena importante. È giusto che la giustizia faccia il suo corso con i suoi tempi e i suoi modi, per cui non ritengo di essere in grado di giudicare questa sentenza. La comunità sta cercando di tenere vivo il ricordo sia da un punto di vista civile che religioso. Viene celebrata una messa dedicata a lui quando ricorre la data dell’anniversario della sua morte, il 15 di ogni mese. A lui Cosio Valtellino ha intitolato l’auditorium delle medie, per tenere vivo il suo ricordo anche tra i ragazzi ed essere un esempio per loro. Per la comunità di Cosio Valtellino l’auspicio più grande è che al di là della pena resti vivo il ricordo».

Serve il perdono

Il parroco della Valgerola, don Siro Acquistapace, ha ricordato che la comunità gerolese, nel giorno dell’anniversario della morte di don Roberto ha deciso di dedicare a lui una messa commemorativa a Pescegallo, nei pressi del tempietto degli alpini. In Valgerola don Malgesini amava trascorrere momenti di relax e fare camminate. «Come Suor Maria Laura Mainetti è morta perdonando quelle tre ragazze che la pugnalavano, lo stesso avrà fatto sicuramente don Malgesini, che era un uomo di Dio - ha commentato il sacerdote -. Questo povero disperato era anche un povero diavolo, ha fatto un gesto inconsulto. È difficile poter giudicare quando entrano in gioco certe componenti». Ha provato a darsi una spiegazione don Acquistapace: «Questo tunisino l’avevano espulso dall’Italia, ed era convinto che don Roberto non si era interessato al suo caso. Chissà cosa gli è scattato nella testa».

Le messe commemorative

Il sacerdote gerolese ha rammentato il giorno del primo anniversario della morte di don Malgesini: «Avevamo scoperto una lapide commemorativa ed era stato installato un crocifisso su un masso erratico. Una fiumana di gente, un grandissimo numero di alpini. Quest’anno invece abbiamo cambiato orario e non c’erano tutte queste persone».

Da noi interpellati, i familiari di don Roberto hanno preferito non commentare.

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