Subacquea estrema: un valtellinese nella spedizione sul relitto gemello del Titanic

David D’Anna di Morbegno nel team internazionale che ha esplorato l’Hmhs Britannic, affondato nel 1916. La spedizione, guidata da Andrea Murdock Alpini, ha documentato il relitto per un nuovo libro di storia subacquea

Morbegno

C’è anche un valtellinese, David D’Anna, di Morbegno, nel team internazionale guidato dall’esploratore subacqueo Andrea Murdock Alpini che ha appena compiuto una spedizione su quello che viene definito il “leviatano degli abissi”, il relitto dell’Hmhs Britannic affondato a causa di una mina tedesca nel 1916. La possente imbarcazione, gemella del Titanic, giace a 118 metri di profondità al largo dell’isola di Kea, in Grecia, e il relitto è stato scoperto 50 anni fa, nel 1975, dall’oceanografo francese Jacques Yves Cousteau. Con la recente spedizione del team di Murdock Alpini, di Phy diving equipement, si è voluto scandagliare ulteriormente il relitto documentato con fotografie e video da poppa a prua per tutta la sua lunghezza. Materiale che servirà a completare l’apparato iconografico del libro in gestazione sul Britannic, sempre opera di Murdock Alpini, che uscirà il prossimo Natale per i tipi di Magenes, oltre a descrivere lo stato di conservazione del relitto e delle sue sovrastrutture.

Di tutto ciò, poi, il subacqueo estremo sarà invitato a relazionare a Sondrio, perché Maria Cristina Pedrazzoli, presidente dell’Asd Valtellina sub, lo ha già “precettato” per un incontro pubblico non ancora calendarizzato, ma che si terrà fra il novembre e il dicembre prossimo. Probabile non appena il libro sul Britannic sarà stampato così da poterlo distribuire ai presenti. «Il nostro club Valtellina sub - dice Pedrazzoli -, segue da sempre queste imprese subacquee con grande attenzione portando in valle storie di navi, d’avventura, di amicizie che si rafforzano attraverso le immersioni. Sarà ancora un piacere avere come ospite Murdock Alpini ed i suoi compagni di viaggio (già a Sondrio nello scorso mese si novembre per un partecipato incontro pubblico, ndr).

Il suo è un mondo subacqueo che dista anni luce dalla nostra scuola. Noi portiamo gli allievi più appassionati al limite della subacquea ricreativa, a - 42 metri. Mentre quella di Andrea è una subacquea complessa e tecnica che solo lui e pochi altri fanno. É un nomade degli abissi, piacevolissimo da ascoltare anche per chi non pratica la subacquea e ci piace che, ancora una volta, le profondità dei mari tornino al cospetto delle alpi retiche». Così sarà sicuramente a breve, intanto, Murdock Alpini lavora al completamento del proprio libro grazie a quanto raccolto in profondità col supposto di David D’anna, di Marco Setti, milanese, dei ticinesi Raffaele Mazza e Stella Del Curto, di Davide Pezone e dei greci Yannis Tzavelakos e Jorgos Vandoros. Oltretutto, l’immersione è stata l’occasione per effettuare test scientifici sulla decompressione e la fisiologia umana del subacqueo in immersione. Studi coordinati dal professor Gerardo Bosco dell’Università di Padova e dalla dottoressa Simona Mrakic Sposta dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Milano. La scienza, quindi, progredisce anche grazie a spedizioni subacque che uniscono storia, avventura e ricerca medica.

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