Allarme truffe a Sondrio, tre colpi in due giorni. I carabinieri: «Non fidatevi di chi vi chiama e chiede versamenti»

Dopo tre truffe andate a segno in provincia di Sondrio, i Carabinieri ribadiscono: le forze dell’ordine non chiedono mai di versare denaro né telefonano a casa. I truffatori, abilissimi e sempre più sofisticati, utilizzano numeri reali per ingannare le vittime, spesso anziane. «In caso di dubbio, chiamate sempre il 112», l’invito dei militari.

Sondrio

«Tre truffe andate a segno nel giro di due giorni ai danni di persone che hanno perso tutti i loro risparmi sono davvero troppe. Ribadiamo ancora una volta che le forze dell’ordine, tutte, dai Carabinieri, alla Questura, alla Guardia di finanza, alla Polizia locale, a quella Provinciale, non chiamano a casa per chiedere di effettuare versamenti di sorta, men che meno su conti delle stesse dati per sicuri. Gli unici versamenti che possono essere richiesti dall’Erario sono su Pago Pa per il versamento dei contributi Imu, Tari e via discorrendo, nulla più. Queste telefonate, anche se fatte con numeri che corrispondono ai nostri, sono fasulle. Truffe in piena regola, ben congegnate, ma che sono e restano tali».

L’ennesima precisazione giunge dal Comando provinciale dei Carabinieri che abbiamo sentito in seguito alla diffusione della notizia di tre truffe andate a segno in poche ore ai danni di persone della provincia di Sondrio che sono state plagiate al telefono da sedicenti agenti della Questura cittadina che li invitavano a prelevare immediatamente tutti gli averi dal loro istituto di credito, trattavasi, in questo caso, della Banca Popolare di Sondrio «millantando un fantomatico attacco informatico in atto tale da far perdere loro tutti i risparmi - dicono dal Comando dei Carabinieri -. Il problema è che le vittime, impanicate all’inverosimile, si sono effettivamente persuase che un pericolo imminente fosse in atto per i loro soldi ed hanno eseguito alla lettera quanto loro richiesto dai truffatori. Si sono recati in banca ed hanno chiesto che i loro risparmi venissero, quasi interamente, versati sull’Iban millantato come sicuro dai truffatori in quanto veicolato come appartenente alle forze dell’ordine. Ma ripetiamo che le forze dell’ordine non hanno alcun conto sicuro su cui far versare soldi alle persone e mai telefonerebbero a casa per farsi dare soldi».

Concetti ripetuti in lungo e in largo, da mesi, per non dire da anni, eppure, i truffatori continuano a mietere vittime.

«Il problema è che sono abilissimi, purtroppo - confermano i militari -, e modificano ad ogni piè sospinto il modus operandi. Ogni volta accampano nuove scuse per ottenere il denaro e, ora, non passano più in casa per riceverlo insieme ai gioielli, ma se lo fanno girare su conti fittizi che poi chiudono subito. Per cui non si riesce a risalire ai malfattori. Queste ultime truffe sono molto fresche, per cui occorre anche un po’ di tempo per le indagini, ma 99 su 100 i soldi non verranno recuperati».

E sono tanti, decine di migliaia di euro prelevati dalla banca senza che i cassieri nulla potessero, perché non possono impedire ai clienti di riprendere i loro soldi, al netto di causali di ritiro spesso suggerite loro dagli stessi truffatori così da non insospettire gli impiegati.

E a rendere più credibili le truffe è anche il fatto che le telefonate alle vittime, quasi sempre persone anziane, vengono fatte utilizzando i numeri di telefono reali delle forze dell’ordine. Cosa possibilissima perché ci sono siti in internet che offrono questo servizio.

«E qui la cosa importante - suggeriscono i Carabinieri -, nel momento in cui si ha un dubbio e ci si vuole sincerare del fatto che la chiamata sia arrivata proprio dalle forze dell’ordine, è non chiamare da android lo stesso numero da cui si è appena stati chiamati. Perché risponderà sempre il truffatore che rafforzerà la sua tesi confermando l’esigenza di prelevare subito i soldi per questo o quel motivo. Si tratta, invece, di fare sempre il 112. Solo in quel caso risponderanno veramente gli operatori nostri che potranno smontare sul nascere il tentativo di truffa».

L’auspicio è che quanto accaduto serva da monito. Magari nell’imminenza non capiteranno altri casi, ma, trascorso un certo lasso di tempo, i malviventi torneranno sicuramente alla carica.

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