Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 05 Luglio 2016
«Anche la montagna sta cambiando
I pericoli in alta quota sono aumentati»
Dopo la tragedia sul monte Disgrazia, il Sagf mette in guardia gli escursionisti. «Le condizioni sono instabili: serve molta esperienza nella “progressione in conserva”».
Roberto Rota e Fabio Noris in montagna ci sapevano andare. Certamente avranno commesso un errore, ma, almeno stando ai primi accertamenti, non sembrano proprio aver fatto grosse imprudenze.
A costare la vita ai due escursionisti che domenica hanno perso la vita alle pendici del monte Disgrazia sarebbe stata una fatalità. Eppure resta la sensazione che gli incidenti di questo tipo siano in aumento. Per questo gli addetti ai soccorsi vogliono ricordare, una volta di più, che nessuna precauzione è eccessiva, quando si decide di affrontare un’escursione in quota.
«Anche la montagna sta cambiando: i pericoli sono aumentati - conferma il maresciallo Christian Maioglio del Sagf, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza -. Le condizioni meteo sono sempre più instabili, con lo zero termico che improvvisamente sale a quote molto alte rendendo le condizioni della neve molto variabili anche da un versante all’altro della stessa montagna».
Meglio prepararsi, quindi, a camminare su un fondo che può cambiare da un momento all’altro. «Occorre esperienza e massima prudenza durante la fase della cosiddetta “progressione in conserva”, quando cioè si procede legati in cordata - ancora Maioglio -. Detta in estrema sintesi, è meglio assicurarsi che la corda sia sempre corta, in modo da poter intervenire immediatamente, prima che la caduta sia ormai irrecuperabile. Bisogna però anche evitare di procedere troppo lentamente, perché anche questo può essere pericoloso. Per trovare il giusto equilibrio occorre, appunto, una certa esperienza».
Il punto in cui sono caduti i due escursionisti bergamaschi è di quelli che non concede scampo. Roberto Rota, classe 1979, e per il compagno di cordata Fabio Noris, del 1981, hanno fatto un volo di 400 metri dopo una scivolata sulla neve resa marcia dal caldo sul versante Nord del Disgrazia, quello che guarda verso Chiareggio.
Quando i soccorritori sono arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che recuperare i corpi e portarli a valle. Sempre domenica, è stato finalmente trovato anche il corpo di Roberto Dioli il caspoggino di 26 anni che lo scorso 20 aprile era uscito per un’escursione scialpinistica tra la Valmalenco e la Svizzera e non è mai più tornato a casa.
Il giovane è stato ritrovato in territorio elvetico, a circa centro metri dal confine, alcuni chilometri a est del Piz Fora. Quel giorno c’era stata una grossa valanga e tutte le ricerche si erano rivelate vane. Ad oggi non è ancora stata fissata la data del funerale.
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