Aumenta la Tari, polemica a Berbenno

Berbenno

Fa discutere l’aumento della Tari da parte dell’amministrazione comunale di Berbenno. Un balzello del 6%, deliberato a maggioranza nel consiglio comunale di lunedì 28 aprile, con voto contrario e critiche della minoranza. È stato, dai banchi dell’opposizione, il consigliere Stefano Bordoni del gruppo “Meno tasse comunali”, a evidenziare «l’aumento del 50%, che una famiglia media ha subito sulla Tari tra il 2020 e il 2025, il 6% solo quest’anno. Non un dettaglio. Ma il risultato diretto di scelte politiche - la critica di Bordoni - o, più precisamente, della loro assenza». Parole a cui ha subito replicato il sindaco Valerio Fumasoni, che precedentemente aveva tracciato lo scenario in cui è maturato il ritocco della tassa dei rifiuti.

«L’aumento del 6% è su tutti i Comuni della valle, riconducibile all’Istat e ai costi di Secam, gestore del servizio, cui rinnovo la mia fiducia per il lavoro efficiente e puntuale che svolge sul territorio di Berbenno per la raccolta dei rifiuti, considerando anche la vastità del nostro territorio e la presenza di frazioni sparse». Ha ricordato altresì che «i costi del Comune sono gli stessi da anni. Ma da un gruppo che si chiama “Meno tasse comunali” mi aspetto proposte concrete per tagliare i servizi», unica via d’uscita, ha detto il primo cittadino, per evitare di aumentare la Tari. «Noi, come amministrazione, non vogliamo tagliare i servizi di raccolta e smaltimento di cui beneficiano i cittadini - ha posto l’accento Fumasoni -: questo sono e tali devono rimanere. Come gruppo di minoranza, dovete avere il coraggio di dirlo alla gente, di presentare un emendamento per spiegare come tagliare la Tari».

Per Bordoni, «aumentare le tasse è diventato un riflesso automatico, un gesto quasi meccanico, di chi governa oggi il paese. È successo con l’Imu, con l’addizionale Irpef, succede di nuovo ora con la Tari. Dietro sigle e cavilli, si tenta di giustificare ciò che è, nei fatti, ingiustificabile. Perché quasi il 50% di aumento in sei anni per una famiglia media, non trova alcuna difesa plausibile, né tecnica né politica». E ha incalzato: «La maggioranza non ha mai provato seriamente a rimettere mano ai contratti di servizio. Nessuno ha avuto il coraggio di studiare un piano di internalizzazione, nemmeno parziale. Nessuno si è spinto a premiare i cittadini più virtuosi nel ridurre i rifiuti».

Nell’illustrare le tariffe Tari del 2025, Fumasoni ha spiegato che sono state stabilite sulla base del Pef (Piano economico finanziario) approvato mesi fa e che secondo le normative in vigore stabilite da Arera, «i costi di smaltimento dei rifiuti vanno totalmente coperti: da qui si parte. Il metodo di calcolo dei costi per il servizio è complesso», secondo due macro voci. «Quella preponderante, circa l’85%, riguarda i costi del gestore», La seconda, invece, «sono i costi di gestione diretta del Comune, legati alla piazzola ecologica (da 15 anni in paese), oltre che ai rifiuti che vengono buttati in giro per il territorio». Costi precisi, dunque, «non modificabili ,se non tagliando o modificando servizi» ha incalzato Fumasoni. Vale a dire,«prevedere non più due ma un solo ritiro settimanale del sacco nero, mentre come Comune riteniamo che due passaggi siano fondamentali. Oppure eliminare il ritiro dei cassonetti in montagna: siamo fra i Comuni che offrono questo servizio nei maggenghi». O ancora chiudere la piazzola, «che gestiamo interamente e i cui costi sono contenuti. Ribadisco, la minoranza deve avere il coraggio di avanzare proposte concrete su come contenere gli aumenti della Tari, invece che limitarsi a criticare».

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