Bormio celebra i 200 anni della Strada dello Stelvio: «Un passo che unisce»

La pioggia non ferma i festeggiamenti tra la Lombardia e l’Alto Adige. «Siamo qui per, così dire, zusammen, insieme»

Bormio

Uno dei giorni di festa più belli per Bormio degli ultimi anni. È la definizione che meglio descrive la celebrazione dei 200 anni della Strada dello Stelvio, l’iconico tracciato alpino che ha scritto pagine di storia, di ingegneria e di cultura. Costruita in soli cinque anni, tra il 1820 e il 1825, per volontà dell’Impero asburgico con l’obiettivo di collegare Vienna a Milano, oggi la strada viene celebrata come simbolo di unione tra territori e popoli. A sottolinearlo sono stati gli amministratori presenti al grande evento, che ha visto coinvolte le comunità di Bormio, del Comune di Stelvio e della Val Mustair. Un momento di memoria condivisa, ma anche uno sguardo al futuro.

«Bormio festeggia, ma festeggia insieme», ha affermato il sindaco bormino Silvia Cavazzi, accanto ai colleghi delle valli confinanti. «Siamo qui per, così dire, zusammen, insieme. È importante sottolineare questo elemento dell’unione, perché il Passo dello Stelvio è nato proprio per unire. È nato nel 1825 per volontà degli austriaci per collegare Vienna a Milano, e nella storia ha creato opportunità di sviluppo, di condivisione, di unione. Oggi questo spirito lo vediamo, lo tocchiamo con mano».

Lo Stelvio è nel cuore dei bormini non solo per il valore simbolico, ma anche per quello concreto: «Il Passo – ricorda Cavazzi – è come una nostra frazione, anche se è aperta solo cinque mesi l’anno. Ma il nostro cuore è anche lì, sullo Stelvio. Bormio è legato a questo passo per molti aspetti, storici, ambientali, sportivi e identitari».

A rimarcare il valore tecnico e strategico dell’opera è stato Davide Menegola, presidente della Provincia di Sondrio: «Una grande opera d’ingegneria che oggi compie 200 anni, realizzata in soli cinque anni sotto la direzione di Carlo Donegani, uno dei più grandi ingegneri del suo tempo. La Strada dello Stelvio è un’infrastruttura che non va solo celebrata, ma anche rilanciata con generosità, perché il collegamento che crea va preservato, potenziato e valorizzato».

Sul rilancio punta anche la Regione Lombardia, come ha ricordato l’assessore alla Montagna Massimo Sertori: «Il Passo dello Stelvio è una cerniera di collegamento, non certo una divisione. Un luogo che unisce tre territori e tre culture diverse. Come Regione, insieme al Parco nazionale dello Stelvio – uno dei più importanti d’Italia e d’Europa – stiamo lavorando per valorizzare questa zona che ha suggestioni incredibili, paesaggi unici e un potenziale enorme dal punto di vista ambientale e turistico».

Insieme a loro anche il prefetto di Sondrio Anna Pavone che ha definito la strada dello Stelvio importantissima per «i tre territori che si uniscono, che trovano una congiunzione», ma anche gli amministratori dei territori vicini, dal presidente della Provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher, che approfitta dell’occasione per chiedere al Governo una «low emission zone, intervenendo sul codice della strada» e gli svizzeri provenienti dalla vicina Val Mustair. «Storicamente abbiamo sempre avuto contatti con Bormio e l’Italia – afferma Gabriella Binkert Becchetti, sindaco di Val Mustair e presidente regione Engadina Bassa -. Questo triangolo tra tre lingue è unico in Europa».

La giornata di festa è stata anche l’occasione per rivivere la storia, riscoprire il significato di una via alpina che ha attraversato i secoli mantenendo intatto il suo fascino, tra i tornanti che si arrampicano fino a 2758 metri di quota e un paesaggio che parla di fatica, visione e legami. Oggi come nel 1825, lo Stelvio continua a unire. E a ispirare.

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