Cabinovia tra Sondrio e la Valmalenco: Soval incassa il sostegno

Presentato il progetto che unirebbe piazza Garibaldi a Chiesa in Valmalenco. Pircher: “Un servizio di trasporto leggero e futuristico per il territorio”

Sondrio

In zona Cesarini, ma è stato l’unico chiamato a salire sul palco dei relatori, mercoledì mattina, in sala Martinelli della Camera di commercio, in occasione della presentazione del tour istituzionale di Regione Lombardia dal titolo “Lombardia protagonista. Qui Puoi”, per riferire in ordine al tanto ambizioso quanto intrigante progetto di realizzare una cabinovia che colleghi la centrale piazza Garibaldi di Sondrio a Chiesa in Valmalenco. Lui è Matteo Pircher, vicepresidente di Soval, il comitato locale Sondrio e Valmalenco che sta lavorando da almeno tre anni a questo progetto presentato, per la prima volta, a ridosso del Natale scorso, su queste stesse colonne.

«Non sapevo che avrei dovuto intervenire in questo consesso, altrimenti mi sarei preparato, perché non sono abituato a queste platee - ha detto Pircher rivolgendosi ai presenti -, però mi fa molto piacere poter perorare la causa di un progetto senz’altro ambizioso, ma che ha il pregio di unire due territori bisognosi uno dell’altro, e mi riferisco alla città di Sondrio e alla Valmalenco».

Un breve intervento, assolutamente a braccio, in cui Pircher ha avuto il tempo di trasmettere tutto il suo entusiasmo e quello di Soval per un «servizio di trasporto leggero, green, futuristico finché si vuole, ma che permette ai residenti in Valmalenco - dice - di potersi recare a Sondrio per tutte le necessità, anche sanitarie considerati i problemi di accesso ai servizi che abbiamo da questo punto di vista. Del resto, noi siamo abituati a considerare l’impianto a fune come un mezzo di trasporto a servizio degli impianti da sci, ma non è necessariamente così. Ci sono città nel mondo la cui mobilità è basata sul trasporto a fune e, noi, per Sondrio e la Valmalenco, crediamo che questa cabinovia non sia un’utopia, ma una grandissima opportunità».

Il progetto prevede la partenza della cabinovia a ridosso di piazza Garibaldi, la salita a Mossini, poi a Torre di Santa Maria e quindi l’arrivo a Chiesa. «Mi sono lanciato in questa riunione con il coraggio di Giovanni Caboto fra le schiume - ironizza Pircher -, ma penso che la risposta degli addetti ai lavori non sia stata negativa. Mi hanno detto “coraggio, vai avanti” e quindi io ci credo, no di Soval ci crediamo, e ci proviamo. Ora ho contatti con persone che mi hanno dato risposte significative. In certi casi anche una pacca sulle spalle può voler dire molto, per cui, ora, andiamo avanti, come Soval. Poi, è vero, tanti hanno sollevato dubbi rispetto all’impatto ambientale, ma non è detto che togliendo un po’ di gomma dalle strade e mettendo due funi non si possa guadagnare anche da questo punto di vista. Noi ci crediamo».

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