Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 14 Maggio 2016
Capolavori esposti al museo di Sondrio
Ingresso gratuito
Al MVSA si potranno conoscere due sculture - il Cristo di Gaudenzio Ferrari e il Manigoldo - che si possono ammirare solo andando al Monte Sacro di Varallo. V
L’occasione – per gli amanti della cultura e dell’arte – è ghiotta per due motivi: innanzitutto per avere l’occasione di conoscere due sculture - il Cristo di Gaudenzio Ferrari e il Manigoldo - che si possono ammirare solo andando al Monte Sacro di Varallo (che non è a due passi da qui); in secondo luogo perché la mostra sarà allestita all’interno del Museo di storia e arte valtellinese di Sondrio che, fino al 6 giugno, sarà visitabile gratuitamente grazie ad un accordo fra museo, Comune e Credito Valtellinese.
«Bisogna dunque approfittare per portare la famiglia a visitare museo e mostra in queste settimane», auspica la direttrice del MVSA, Angela Dell’Oca. Va detto che l’approdo a Sondrio del “gran teatro montano” con la scena, toccante e insieme impressionante, del Cristo della Passione trascinato da un manigoldo è di per sé un evento eccezionale, visto che le precedenti due tappe sono state il Castello Sforzesco a Milano e Casa Testori. C’è qualcosa di straordinario in questa “trasferta” - che è stata inaugurata venerdì alle 17,30 -: l’aspetto inedito sta proprio nel vedere per una volta un pezzo del Sacro Monte fuori dal suo naturale contesto; vederlo da vicino, potervi girare intorno. Il restauro condotto dalla Bottega Gritti ha restituito una visione “autentica” delle due sculture, per gli studiosi si aprono invece nuove ipotesi su cui andare a far luce. Spetta a Giovanni Testori non solo l’affermazione di un Gaudenzio scultore al Sacro Monte, ma, in particolare, la ricostruzione dell’intricata vicenda di queste due statue «della più pura bellezza, fin nelle viscere», inizialmente collocate in un’altra Cappella del Monte.
È Testori a firmare un libro mitico per il Sacro Monte varallino, “Il gran teatro montano”, il più importante testo dedicato a Gaudenzio Ferrari, pubblicato esattamente 50 anni fa.
Al MVSA saranno affiancate al Cristo e al Manigoldo due Madonne, diverse tra loro, ma legate da un filo ideale: l’appartenenza a quel “teatro del sacro” che accomuna compianti e Sacri Monti. La drammatica Madonna dolente, attribuita a Giovanni Angelo Del Maino verrà esposta per la prima volta dopo l’intervento conservativo condotto all’Istituto Centrale del Restauro di Roma, grazie alla disponibilità della parrocchia di Morbegno, cui appartiene. Il secondo simulacro proviene dalla cappella della Pentecoste, costruita lungo quel tratto della via Valeriana che da Sondrio conduce al santuario della Beata Vergine della Sassella, quando si tentò di dare vita a un Sacro Monte. C. Cas.
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