Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 16 Novembre 2025
Frana a Lanzada: via ai lavori di messa in sicurezza. Disagi e preoccupazioni per il turismo
Interrotta la viabilità e compromessa l’attività turistica invernale. Il sindaco Negrini: «Faremo il possibile per sostenere le attività»
Lanzada
Iniziano lunedì le operazioni di disgaggio in parete nella zona della galleria artificiale della strada per Franscia, a Lanzada, franata alle 8.15 di martedì scorso, e tutti confidano nel fatto che l’intervento possa svolgersi, in primis, in totale sicurezza e senza imprevisti, e in seconda battuta nel modo più celere possibile. Certo, ci vorrà il suo tempo, perché a valle sono piombati 3mila metri cubi di materiale, rotolato in tutte le direzioni, e a monte si stima la presenza di mille metri cubi di materiale ancora pericolante che va smosso.
Per cui, per tutta la durata dell’intervento sarà impossibile transitare sulla strada comunale da Tornadri in avanti. Non si potrà raggiungere Le Prese con i veicoli, sarà chiuso il centro sportivo del posto con il relativo bar Solero, e dovrà essere osservata la massima attenzione alle disposizioni emanate dal Comune. Questo per quanto riguarda la parte bassa del paese, ma poi c’è tutta l’attività in quota, a risentire in modo pesante della situazione, con i gerenti le strutture ricettive di Prabello e di Campagneda pronti a fare fagotto, mentre Emanuele Bergomi, dello Zoia, sta valutando in queste ore se tenere aperto per la sola clientela scialpinistica o orientarsi da subito per la stagione estiva.
«Siamo consapevoli dei disagi creati dalla situazione alle strutture ricettive e alle attività di cava della zona - assicura Marco Negrini, sindaco di Lanzada -, e siamo in costante contatto con i gerenti nel tentativo di andare incontro il più possibile alle loro esigenze, ma purtroppo la situazione è emergenziale, tosta, e richiede tempo per poter essere risolta. Noi faremo tutto il possibile per anticipare i tempi, garantendo, però, la sicurezza. Abbiamo già inserito nelle schede Rasda, di valutazione dei danni subiti, anche una richiesta di ristorni a beneficio delle attività di cava e ricettive bloccate dalla situazione emergenziale, ma anche nel caso in cui la Regione non dovesse corrispondere nulla al riguardo, come Comune cercheremo di trovare il modo per andare incontro ai nostri imprenditori. A cosa fare non abbiamo ancora pensato, nello specifico, perché siamo stati troppo presi sulla gestione del problema contingente, cioè dell’emergenza frana, ma sicuramente considereremo anche gli aspetti che sono stati evidenziati dai gerenti i rifugi, gli alberghi e gli agriturismi in quota, piuttosto che le cave».
Zone, quelle di Franscia, Campo Moro, Prabello e Campagneda molto amate e frequentate anche in inverno da appassionati di sci alpinismo, ciaspolatori e semplici camminatori, perché ci sono lunghi tratti percorribili anche solo con gli scarponcini sulla neve, zone amene, ancor più riscoperte dopo il Covid, in seguito alla chiusura degli impianti da sci.
«É un peccato perdere la fruizione di questo settore - dice il sindaco Negrini - anche in questa stagione olimpica, in cui, come Valmalenco, ci aspettiamo un aumento degli arrivi e delle presenze da parte di appassionati dello sci e della montagna che, magari, preferiscono scegliere la nostra valle o altre località come Aprica e Madesimo, dal momento che Bormio e Livigno sono concentrate ad ospitare le gare olimpiche».
Una possibilità che intravede anche Roberto Pinna, direttore del Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco.
«Il traino delle olimpiadi già si è visto nelle ultime tornate alle fiere promozionali di settore - dice -, per cui noi confidiamo ci sia questo aumento di arrivi anche da noi nel prossimo inverno e non poter raggiungere l’area di Franscia e la miniera della Bagnada genererà sicuramente un ammanco. Il museo miniera Bagnada in inverno gira a mille, soprattutto con le scolaresche, solo i piccoli belgi che ci raggiungono ogni inverno sono 2500. E questa realtà sarà off limits».
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