La testimonianza di una Valtellinese: «Blackout a Valencia, dieci ore d’inferno»

Pamela Chistolini, di Sondrio, lunedì si trovava in Spagna quando è saltata la corrente elettrica. «Città completamente paralizzata, senza la possibilità di utilizzare il telefono per comunicare: disagi a non finire»

Sondrio

«Sono arrivata a Valencia sabato scorso. Per fortuna, dunque, ero lì da alcuni giorni, mi viene da dire, perché così almeno un minimo ho saputo orientarmi. Altrimenti, senza Google Maps, sarebbe stato un bel problema».

Ne è convinta Pamela Chistolini, di Sondrio, in Spagna per alcuni giorni di vacanza: anche lei, come milioni di altre persone, ha trascorso ore di pesanti disagi dopo il blackout che ha colpito, all’inizio di questa settimana, la Penisola iberica, Portogallo compreso, e il sud della Francia.

«Niente Rete»

Lunedì, attorno a mezzogiorno e mezzo, «i telefoni hanno smesso di funzionare: non c’era campo, Internet non andava più». E in una società come la nostra, nella quale ci affidiamo sempre di più ai servizi della Rete, una situazione del genere non può che generare disservizi a catena.

«Negozi e ristoranti sono rimasti completamente al buio, senza corrente. Quasi tutti hanno chiuso l’entrata subito dopo il blackout perché non andavano i pagamenti, né era possibile effettuare ordini. Sono rimasti aperti soltanto alcuni bar, dove si poteva pagare esclusivamente con i contanti, ma nessuno di questi locali serviva da mangiare».

A tal punto che «fuori dai piccoli supermarket locale c’erano code lunghissime per acquistare gli snack in vendita. E, nel giro di pochi minuti, gli scaffali sono stati svuotati», ricorda la ragazza sondriese.

«Di fatto, siamo rimasti dieci ore senza mangiare. Per fortuna che, poco prima del blackout, avevo mangiato una pizzetta». E menomale che «sapevo dove andare a prendere il pullman prendere per tornare a casa. Anche se, una volta arrivata lì, non sono riuscita a entrare dal portone perché l’accesso dipendeva dall’inserimento di un codice». Nulla da fare, quindi, senza elettricità, «fino a quando un residente del palazzo è sceso e ha aperto il portone da dentro».

E le sfortune non sono finite qui. «In cucina c’è il piano a induzione al posto del gas, per cui non si poteva neppure cucinare», aggiunge. «Nessun dubbio sul fatto che fosse in atto un blackout: la corrente, per l’appunto, mancava. Ma non avevamo conferme di nessun tipo, dal momento che - appunto - il telefono non andava. Almeno all’inizio, sono riuscita ad avere qualche aggiornamento soltanto grazie alla radio del pullman. Per il resto, nessuno sapeva niente».

Le ripercussioni

Il grosso dei disagi - com’è noto - si è concentrato nella giornata di lunedì. Ieri, comunque, non sono mancate ripercussioni sul sistema di trasporti pubblici in Spagna, ferrovia in primis. «Oggi (cioè ieri, ndr) avevo in programma un viaggio per Madrid in treno, ma il viaggio è stato cancellato. Sono in attesa di rimborso», evidenzia Chistolini.

Gradualmente, comunque, «la situazione è tornata alla normalità, salvo appunto qualche disservizio a livello di treni». Certo è, in ogni caso, che «non mi sarei mai aspettata che sarebbe durato così tanto questo blackout». Tra l’altro, lunedì «era una giornata di festa, in occasione della ricorrenza di San Vicente Ferrer, con la processione per le vie di Valencia. Anche per questo già molte attività commerciali erano chiuse. In più, come detto, senza corrente era davvero tutto chiuso».

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