Lanzada, il rifugio Zoia sfida la frana: «Apriamo a capodanno»

Il titolare, nonostante le difficoltà di accesso dovute alla frana, offre un’esperienza unica in alta quota per gli appassionati della montagna.

Lanzada

Questa mattina Tornadri di Lanzada si è svegliata spolverata di neve e questo ha comportato un fermo dei lavori di disgaggio sul versante franato per Franscia e un blocco della finestra mattutina di apertura del tratto di strada fino a Le Prese che, probabile, verrà mantenuto fino a lunedì, ma c’è chi non dispera e prova ad andare avanti.

E questo temerario è Emanuele Bergomi, titolare del rifugio Zoia, posto ai 2021 metri di Campo Moro, che, come avvenuto nel febbraio dello scorso anno con la chiusura per due mesi della strada per Franscia a causa di un distacco di materiale, ci crede e rilancia.

“Isolati e felici... ma quando ci ricapita?”, lo slogan che ha scelto per promuovere l’apertura dello Zoia per il prossimo Capodanno fino al 6 gennaio.

«Ci ho pensato, ma alla fine mi sono deciso a tenere aperto almeno per le festività - dice Bergomi -. Saremo in quota a Capodanno, fino al 6 gennaio, poi, valuteremo il da farsi, se proseguire o meno. Rispetto al fermo dello scorso anno le cose sono un po’ diverse - precisa -, perché, allora, avevamo già l’attività avviata e nel pieno della stagione invernale con tutto il personale in servizio, mentre questa frana è avvenuta proprio mentre eravamo chiusi per le ferie annuali. Per cui, ora, riattivare l’attività da zero a strada completamente chiusa e chissà per quanto, è difficile ed è diverso. Però, noi, un tentativo lo vogliamo fare, per dare la possibilità almeno a parte della nostra clientela di vivere l’alta quota lanzadese al meglio. Senza i grandi flussi cui siamo abituati, ma in purezza, in modo più umano, con più qualità, consapevolezza, attenzione».

Ovvio, non saranno festività natalizie da grandi numeri, comunque, perché salire fino a Campo Moro senza strada non è per tutti.

«Da Tornadri si arriva in quattro ore di cammino - dice Bergomi - e nella parte alta si può incontrare anche la neve, per cui bisogna essere attrezzati ad affrontarla con abbigliamento consono, mentre con gli sci si sale da San Giuseppe fino al Palù, quindi si prende per il Passo di Campolungo e si raggiunge Campo Moro. Un itinerario scialpinistico bellissimo, forse uno dei più belli dell’area del Bernina, che faccio anch’io per arrivare al rifugio, ma, ovvio, occorre sapere inforcare gli sci. Non è una cosa per tutti, per cui, mi aspetto una clientela di veri appassionati della montagna, persone che vogliono apprezzarla in purezza e in tutta la sua bellezza. Un’occasione unica da questo punto di vista. Abbiamo cercato di lasciare invariati anche i prezzi, nonostante l’inevitabile aumento dei costi, ed abbiamo allargato un po’ le maglie, permettendo anche soggiorni di solo una o due notti. Interesse già ce n’è perché qualcuno ha chiamato appena ha visto la nostra locandina pubblicata sui social».

Una decisione che merita anche il plauso del sindaco del posto, Marco Negrini.

«Complimenti ad Emanuele Bergomi per la decisione assunta, coraggiosa e beneaugurante», dice.

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