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Venerdì 31 Ottobre 2025
Lina, la postina delle vigne: “Ogni giorno un viaggio tra natura, ricordi e persone”
Lina Scherini è da quasi trent’anni postina a Sondrio, percorre ogni giorno la sponda retica con il suo mezzo elettrico, tra il profumo del mosto e la bellezza di questi paesaggi
Sondrio
Non sono sempre rose e fiori nel mondo del recapito postale in provincia di Sondrio, ma lo sforzo per raggiungere tutti i piccoli centri di montagna, anche i più remoti, è indubbio. Lo compiono donne e uomini che svolgono con passione e dedizione il lavoro della postina e del postino, magari cambiati col passare degli anni, ma pur sempre intramontabili.
Sono 110 i portalettere operativi in provincia di Sondrio, capaci di percorrere quasi 900 mila chilometri l’anno, molti dei quali anche su mezzi ecologici e poco inquinanti. Solo nel Sondriese sono quasi 130 i mezzi utilizzati per il trasporto di lettere e pacchi, tra motori tradizionali, green, ibridi, termici e 4x4. Questi ultimi sono fatti apposta per “arrampicare” ovunque: fino a raggiungere le piste da sci di Motta Alta, a Campodolcino – come avevamo avuto modo di raccontare lo scorso inverno – ma anche, perché no, le vigne cariche d’uva pronte per essere vendemmiate sulla mezza costa retica sondriese.
Proprio quella che ogni giorno raggiunge una delle 40 postine che fanno capo al centro logistico di Sondrio Agneda, che presiede alle consegne anche nei 24 Comuni limitrofi e movimenta mediamente 3.100 pacchi al giorno. Lei è Lina Scherini, 58 anni, originaria di Sondrio e da quasi trent’anni in Poste Italiane.
Lina ha in dotazione un mezzo completamente elettrico con il quale si muove agevolmente lungo le strette strade interpoderali della sponda retica e nel pieno centro storico di Sondrio, dove pure recapita corrispondenza e pacchi.
«È un mezzo eccezionale, che mi permette di raggiungere tutti gli utenti accessibili su strada senza sforzo – assicura –. Poi, molti tratti li devo fare a piedi, ovvio, perché ci sono utenti che raggiungo anche fuori casa. In queste ultime settimane, poi, sul versante retico, le consegne sono state particolari perché a dominare era la vendemmia. Molte persone erano in vigna a raccogliere l’uva e le ho raggiunte direttamente lì. Per me non è stato un problema, anzi, un piacere. Sono figlia di viticoltori e ho sposato un viticoltore, per cui aggirarmi nei vicoli dei borghi di mezza costa, dove è l’odore del mosto in fermentazione a dominare, significa ritornare indietro nel tempo. Ai ricordi di quando ero bambina e la vendemmia era una festa, come lo è oggi. Sono sensazioni uniche che rivivo e che per me sono fantastiche».
Che dire, poi, dei panorami in cui è immerso chiunque percorra, nelle belle giornate autunnali, la mezza costa valtellinese, ancor più quella retica, baciata com’è dal sole.
«Ci passo ogni giorno, ma ci sono punti in cui non riesco a non fermarmi un istante a gustare la bellezza della natura – racconta Lina –. È impossibile restare indifferenti, anche perché, passando quotidianamente nei diversi luoghi, si vede proprio il mutare del tempo, delle stagioni, con la natura che nasce, dà frutto e muore. È il ciclo della vita che ho sotto gli occhi sempre».
Il lavoro è tanto, certo, ma per Lina ogni sforzo è ripagato dalla bellezza che la circonda e dal rapporto con le persone.
«Mi riconoscono e mi chiamano “la postina” anche quando sono in giro per commissioni personali, fuori dall’orario di lavoro – sorride – e questo mi fa molto piacere. È il bello di questo lavoro: il rapporto che si crea con le persone è impagabile. Per me è tutto».
Ed ora, a vendemmia conclusa, per i terreni vitati inizia un nuovo ciclo, quello della natura che si prepara al lungo inverno. E Lina sarà lì, a raccontare con la sua presenza silenziosa anche questo nuovo passaggio.
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