
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 03 Ottobre 2025
Lotta all’Alzheimer, Sondrio all’avanguardia
L’esame con Pet e Florbetaben-F18 individua le placche tipiche dell’Alzheimer, consentendo l’accesso a terapie all’avanguardia e rallentando la progressione.
Sondrio
Già due pazienti sono stati sottoposti in Medicina nucleare a Sondrio alla Pet con una particolare sostanza tracciante, il Florbetaben-F18, che permette di visualizzare la presenza di placche nel cervello indicative della malattia di Alzheimer.
E in un caso, questo esame altamente innovativo ed offerto col contagocce dalle medicine nucleari d’Italia e anche di regione Lombardia, ha permesso di sciogliere ogni dubbio circa la presenza di Alzheimer allo stadio iniziale nel soggetto esaminato.
Ciò che permetterà, se i medici riterranno vi siano i requisiti, di sottoporre il paziente ad una terapia innovativa con farmaci monoclonali come il Lecanemab da poco approvati in Italia e di cui si attendono le determinazioni dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) rispetto ai centri in cui potranno essere somministrati in Italia.
Ieri mattina, in Asst Valtellina e Alto Lario, la presentazione ai media di questa importante novità che qualifica ancor più la diagnostica aziendale e lo spettro dell’ampia offerta della Medicina nucleare di cui è direttore Claudio Barbonetti.
«Siamo orgogliosi di essere fra i pochi centri lombardi che offrono questo tipo di esame, accurato, costoso, ma strategico per combattere questa terribile malattia che tocca parecchi valtellinesi e valchiavennaschi e le loro famiglie – dice Barbonetti –. Oltre a noi, l’esame è fornito solo dal Niguarda di Milano, dal Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dagli Spedali Civili di Brescia, per cui si può intuire la portata della nuova diagnostica introdotta. Ringrazio la direzione generale che, sempre, si è dimostrata sensibile e attenta alle richieste giunte dalla medicina nucleare e volte esclusivamente a perfezionare l’offerta per il nostro bacino d’utenza».
E non solo, perché la Pet, introdotta quasi cinque anni fa con la previsione di effettuare sui 600, massimo 700 esami l’anno, «in realtà ne effettua più di mille anche perché abbiamo quasi un 30% di pazienti che arrivano da fuori provincia – assicura Barbonetti – dove i tempi d’attesa sono più alti».
Quanto alla Pet con Florbetaben-F18, tuttavia, è un esame di secondo livello che non può essere prescritto se non da specialisti e dentro una presa in carico che presuppone l’avvio di un percorso diagnostico-terapeutico specifico per la diagnosi della specifica forma di demenza cui la persona è affetta.
«Si parte dalla valutazione clinica – dice Michela Passamonte, direttore della Geriatria di Sondrio –, poi dall’effettuazione di test neuropsicologici e solo successivamente si arriva a prescrivere la Pet amiloide se si ritiene necessiti, tenuto conto che è pur sempre un esame costoso».
Che, come detto, in caso di positività, può aprire le porte alla terapia con i farmaci monoclonali di ultima generazione, pure costosi, e che, a breve, verranno resi disponibili in centri specifici di tutta Italia «cui i nostri pazienti potranno essere indirizzati – dice Giuditta Giussani, direttore della Neurologia di Sondrio – e al riguardo penso che un polo di riferimento per noi potrà essere il Niguarda di Milano. Dall’assunzione di questa terapia derivano evidenze molto interessanti su rallentamento e progressione della malattia».
Molti i pazienti con Alzheimer in cura nei Centri per i disturbi cognitivi e le demenze della locale Asst. Quasi 700 persone su una stima di 3500 affette da demenza in provincia di Sondrio.
Quanto all’esame in sé, infine, «non è per nulla invasivo – assicura Gianluca Giannì, specialista di Medicina nucleare che lo effettua –. Viene iniettato il tracciante in vena un’ora e mezza prima dell’esame che dura venti minuti. Non ci sono controindicazioni e la persona, terminata la seduta, può tornare alla propria abitazione».
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