
Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 15 Luglio 2025
Nonostante le piogge, le riserve
idriche sono inferiori alla media
Per quanto riguarda il bacino dell’Adda, che comprende la provincia di Sondrio e il territorio del lago di Como, il totale della riserva idrica dell’avvio del mese «è diminuito rispetto alla settimana precedente (-14.5%) e risulta inferiore alla media del periodo 2006-2020 (-21.6%)»
Sondrio
Piove spesso, è vero, ma non a sufficienza per portare i livelli delle riserve idriche entro la media storica. Lo certifica Arpa Lombardia nell’ultimo bollettino tematico, emesso alla fine della scorsa settimana, con i dati relativi all’inizio di luglio. Per l’esattezza, a domenica 6. Per quanto riguarda il bacino dell’Adda, che comprende la provincia di Sondrio e il territorio del lago di Como, il totale della riserva idrica dell’avvio del mese «è diminuito rispetto alla settimana precedente (-14.5%) e risulta inferiore alla media del periodo 2006-2020 (-21.6%)». Lo confermano i numeri: 365,7 milioni di metri cubi di acqua disponibili, a fronte dei 466,7 solitamente registrati nello stesso periodo considerato.
Oltre un quinto della disponibilità media tradizionalmente rilevata in questo tempo dell’anno tra il 2006 e il 2020, dunque, questa volta è venuto meno. E c’è un valore in particolare che fa riflettere: la cifra di riferimento dello Swe - il cosiddetto “Snow water equivalent”, ossia la stima del quantitativo di acqua sottoforma di neve - è pari a zero, mentre la media del periodo sarebbe di oltre 50 (per l’esattezza, 50,1) milioni di metri cubi. Insomma, una situazione non certo ottimale, sebbene i dati allarmanti di due o tre anni fa siano decisamente - e fortunatamente - ben lontani.
Analizzando nel dettaglio le singole componenti, emerge in tutti i casi un deficit a confronto con il già menzionato periodo di riferimento. Se tra il 2006-2020 la disponibilità di acqua nei grandi invasi artificiali a inizio luglio era pari a 252,9 milioni di metri cubi, quest’anno il dato è pari a 227,7, con un decremento del 10% esatto. Il segno meno non riguarda, invece, il minimo storico, fissato in 133,4 milioni di metri cubi: rispetto a tale livello, siamo a un soddisfacente +70.6%.
Situazione analoga per quanto riguarda il volume invasato nel lago di Como. 138 milioni di metri cubi il dato di quest’anno, mentre si sale a 163,8 se si considera la media storica dei quindici anni di confronto. La differenza tra i due valori è pari al -15.7%. Niente a che vedere, comunque, con il minimo registrato, pari a 64 milioni e mezzo di metri cubi: l’incremento è di 114 punti percentuali.
Per curiosità, vediamo i dati dello scorso anno, nello stesso periodo. Rispetto a oggi, al 7 luglio del 2024 la situazione era totalmente ribaltata. In altre parole, se ora parliamo di deficit, allora ciò che si registrava era un surplus in tutti i sensi.
Con un picco in particolare per quanto riguarda lo Swe: nel bacino dell’Adda, dodici mesi fa c’erano quasi trecento milioni di metri cubi (286,6) di acqua sottoforma di manto nevoso. Un record, se si considera che - appunto - le medie storiche sono già pari a zero in questo periodo dell’anno.
Positivi anche i valori relativi agli invasi artificiali (283,7 milioni di metri cubi, +11,6%) e al contributo nel Lario (223,8, +35,4%). Tutto ciò rappresentò il chiaro effetto di una primavera (e, pure, di un inizio di estate) all’insegna delle piogge e della neve in quota. Cosa che, in parte, si è vista anche quest’anno, ma sempre sottoforma di fenomeni estremi, come i temporali di particolare intensità con annesse grandinate - registrate nelle ultime settimane.
E tre anni fa? Il confronto con la stagione più siccitosa del recente passato è quasi impietoso. Al 3 luglio del 2022 la disponibilità idrica nel bacino dell’Adda era decisamente ridotta all’osso, con - manco a dirlo - la quota dello Swe totalmente azzerata, ma anche con il volume invasato nel lago di Como tendente allo zero (16 milioni di metri cubi). Dimezzato il valore degli invasi: allora si parlava di 124,3 milioni di metri cubi.
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