Parco dello Stelvio, finisce il monitoraggio della lupa Ludovica

L’animale, dotato di Gps, non è più stato localizzato dal 28 settembre. Gli esperti temono un atto di bracconaggio in Val di Sole.

Sondrio

«Si conclude qui la rubrica dedicata a Ludovica, la giovane lupa catturata e monitorata con un radiocollare Gps dai ricercatori del Parco nazionale dello Stelvio. Una storia fatta di lavoro, impegno, sacrifici e anche di grandi soddisfazioni, ma che, purtroppo, non ha avuto la conclusione sperata».

A dirlo, rammaricati, sono gli esperti del Parco nazionale dello Stelvio, versante lombardo, che dopo cinque mesi di monitoraggio dell’animale selvatico radiocollarato nella notte del 1° aprile scorso, hanno dovuto, loro malgrado, mollare la presa. Il collare di Ludovica non manda più segnali dalle 6 del 28 settembre scorso.

A quell’ora la lupa è stata intercettata per l’ultima volta nei pressi di Val Verniana, nel comune di Vermiglio, in Val di Sole (Trento), non troppo distante dal confine con Ponte di Legno e la Lombardia.

«Non conosciamo le cause di questo black out – dicono dal Parco –. Potrebbe trattarsi di un guasto tecnico o di un evento naturale, ma è probabile che si tratti di un episodio di bracconaggio. Al momento non vi sono informazioni che consentano di ricostruire con certezza quanto accaduto, sicuramente il collare non è mai stato ritrovato».

Non è tanto il fatto che non arrivi il segnale che preoccupa i ricercatori, quanto la sparizione dell’animale, perché la lupa non è mai più comparsa neppure nelle fototrappole che monitorano costantemente il suo branco di appartenenza, quello del Tonale, e una simile sparizione fa propendere proprio per un atto di bracconaggio, per quanto non ve ne sia certezza.

«Il lavoro necessario per catturare un lupo è enorme – dicono dal Parco – e non si tratta di un capriccio di ricerca, ma di uno strumento fondamentale di gestione della convivenza fra specie perché conoscere i movimenti dei lupi ci aiuta a prevenire conflitti, a proteggere le greggi e a costruire una convivenza più solida tra comunità umane e fauna selvatica».

Dalla lupa Ludovica sono arrivate informazioni preziose nei cinque mesi di monitoraggio sul suo ruolo di helper nel branco, sulle strategie di caccia e sul tipo di alimentazione. Si è capito di più sui percorsi scelti, sui ritmi di vita e attività, sulle soste e le esplorazioni. Un osservatorio privilegiato sul suo mondo che questa lupetta ha permesso, fino a quando è stato possibile.

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