
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 25 Settembre 2025
Processo per la tragedia di Chiareggio: chieste condanne fino a 3 anni
Oggi la prima udienza del procedimento per la frana di Chiareggio del 12 agosto 2020, che causò la morte di tre persone e il ferimento grave di un bambino. Sotto accusa i sindaci di Chiesa degli ultimi 27 anni e il tecnico dell’ufficio lavori pubblici
Chiareggio
Prima udienza a Sondrio, oggi, con rito abbreviato e quindi a porte chiuse, del processo per i fatti di Chiareggio del 12 agosto 2020, in cui tre turisti morirono e un bimbo rimase gravemente ferito sotto il distacco del nevasco. Diciassettemila metri cubi di materiale finirono sul ponte su cui, proprio in quel momento, passava la Dacia Sandero con quattro persone a bordo: Gianluca Pasqualone e Silvia Brocca, di Comabbio (Varese), genitori di Leonardo, di soli cinque anni, unico scampato alla tragedia anche se con 77 giorni di prognosi, e Alabama Guizzardi, 10 anni compiuti proprio quel giorno, di Besnate (Varese), amica del piccolo, che aveva voluto salire con lui in auto per tornare nella baita in cui stavano trascorrendo le vacanze invece di viaggiare con i genitori.
Ai tragici fatti seguì l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Stefano Latorre che, questa mattina in aula, ha effettuato la propria requisitoria parlando per più di un’ora di quanto accaduto e delle singole responsabilità. Al termine ha chiesto, per i cinque imputati – l’attuale sindaco di Chiesa in Valmalenco, Renata Petrella, i tre sindaci che l’hanno preceduta negli ultimi 27 anni, Miriam Longhini, Cristian Pedrotti e Fabrizio Zanella, oltre al dirigente dell’ufficio lavori pubblici dell’Unione dei Comuni lombarda della Valmalenco, Elio Dioli – pene comprese fra i due anni e sei mesi e i tre anni di reclusione. Tre anni sono stati chiesti per Petrella e Dioli, in ragione delle maggiori responsabilità contestate, e due anni e sei mesi per i tre ex sindaci.
«Noi riteniamo di aver dimostrato le responsabilità degli imputati – ha dichiarato il pm Latorre al termine dell’udienza –. Si tratta di un fatto colposo, non doloso, è chiaro, tuttavia grave e soprattutto triste, perché sono morte tre persone di cui una bambina piccola. Abbiamo chiesto le pene che riteniamo giuste e ora aspettiamo la decisione del giudice dopo le arringhe dei difensori».
Tutti gli imputati devono rispondere di omicidio e lesioni colpose, di mancata osservanza del Piano di assetto idrogeologico di Chiesa del 2001 e del Codice ambientale. Petrella e Dioli sono accusati anche di non aver attuato subito i piani di protezione civile volti a fronteggiare l’allerta meteo gialla diramata nei bollettini regionali dell’11 e 12 agosto 2020.
In aula, fra gli imputati, ha presenziato solo Petrella, accompagnata dal vicesindaco Andrea Parolini e dall’assessore Emanuele De Luca, mentre erano presenti come parti offese i genitori di Alabama Guizzardi e, oggi, anche il fratello Filippo, 22 anni, costituitosi parte civile insieme ai genitori e ai nonni. Con loro i legali Ettore Franzi e Paolo Patacconi, quest’ultimo difensore di Leonardo Pasqualone, che hanno giudicato molto positivamente la requisitoria: «È stato incisivo – hanno commentato – ha inquadrato giuridicamente la fattispecie in modo preciso e completo, rafforzando l’idea che ci siano state delle negligenze da sanzionare. Riteniamo congrua la richiesta di pena avanzata».
Non così i difensori di Renata Petrella, Pietro Petrella del foro di Avezzano e Francesco Romualdi, mentre Gino Ambrosini, legale degli altri imputati, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. «Lacunosa – ha definito la requisitoria l’avvocato Petrella – perché i punti essenziali non sono stati toccati». Romualdi ha aggiunto che «replicheremo alle osservazioni del pm con le nostre motivazioni, che oggi non sono state considerate dall’accusa».
Si torna in aula il 9 aprile del prossimo anno per le arringhe della difesa, anche se probabilmente non si arriverà subito a sentenza: il giudice ha infatti annunciato che si prenderà alcuni giorni per esaminare tutto il fascicolo.
. Video di Elisabetta Del Curto
© RIPRODUZIONE RISERVATA