Restrizioni Covid abolite in chiesa
Erano state le prime

Via liberaSì al gesto della pace e alle acquasantiere. Furono vietati sin dal 20 febbraio di due anni fa. A Sondrio in collegiata si procede tuttavia con cautela

Era il 22 febbraio 2020 quando nelle chiese vennero svuotate le acquasantiere e fu sconsigliata la stretta di mano allo scambio della pace. Già allora si parlava diffusamente di Covid, ma erano tutte – più che altro – precauzioni: nessuno aveva in mente cosa fosse un lockdown, il fatto del distanziamento sociale era ancora cosa ignota.

Precauzioni

Il giorno successivo, domenica, le messe con concorso di popolo vennero addirittura sospese e fu così per parecchio tempo, fino a maggio. Gradualmente, poi, c’è stata la ripresa delle celebrazioni con i fedeli, prima privilegiando gli spazi aperti, poi anche nelle chiese più piccole, una volta venuta meno la distanza minima da persona a persona.

E ora, dopo quasi tre anni, il ritorno alla normalità può dirsi completato: è di pochi giorni fa la nota della Cei con cui si dà il via libera – sottoforma di suggerimento – al ripristino della «consueta forma di scambio del segno della pace» e all’«uso delle acquasantiere».

A dire il vero, eccetto il gesto “di comunione fraterna” prima dell’Eucarestia, ciò che viene elencato nella nota Cei ricalca tutto sommato i suggerimenti già diffusi quest’estate, alla luce – allora – «del nuovo quadro epidemiologico», utilizzando le parole del documento del vescovo Oscar Cantoni dello scorso 17 giugno.

Il quadro resta particolarmente rassicurante ma, in ogni caso, «è importante ricordare che non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al Covid», come si legge nel documento, così come «si valuti, in ragione delle specifiche circostanze e delle condizioni dei luoghi, l’opportunità di raccomandare l’uso della mascherina».

Resta poi ancora «consigliata l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto», proprio come è sempre suggerito «ai ministri di igienizzare le mani prima di distribuire la Comunione» ed «è possibile svolgere le processioni offertoriali». Infine, non sono più necessari strumenti atti a evitare il contatto nel momento dell’unzione, quando prevista dai sacramenti.

Applicazione

In provincia di Sondrio queste misure sono state già in larga parte adottate. Al Santuario di Tirano, ad esempio, come ci spiega il canonico don Ferruccio Citterio, «ci atteniamo, come sempre, alle indicazioni della diocesi e della Cei. Sono state ripristinate le acquasantiere ed è possibile, per chi lo desidera, stringersi la mano in segno di pace».

Discorso analogo nelle parrocchie di Ponte in Valtellina, Sazzo e Arigna, rette da don Mariano Margnelli. «Accanto all’acqua benedetta ho lasciato dei cartoncini con una preghiera per chi vuol farsi il segno di croce e desidera uno spunto per pregare». Sulle misure suggerite per i ministri, il parroco spiega che «personalmente continuo a igienizzarmi le mani e a utilizzare la mascherina, per garantire a tutti una maggiore tranquillità».

Per il momento, invece, le acquasantiere rimangono vuote a Sondrio. «Rimetteremo anche noi l’acqua benedetta, ma con calma. Andiamo avanti, comunque, con l’igienizzazione delle mani all’ingresso», ci fa sapere l’arciprete don Christian Bricola.

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