Sanità, Regione premia le manager «valtellinesi»: al vertice Ramponi e Cecconami

Regione Lombardia valuta i direttori generali della sanità. Primeggiano Lorella Cecconami, manager di Valdidentro, DG dell’Ats di Pavia, e Ida Ramponi, direttore generale dell’Ats Val Padana lo scorso anno, ora in Asst Valtellina e Alto Lario.

Sondrio

Due manager donne, entrambe legate alla sanità pubblica della provincia di Sondrio, al top delle valutazioni espresse sul loro operato da Regione Lombardia.

Per la precisione dalla Direzione generale Welfare, che attribuisce fino a un massimo di 70 punti su 100, e dal comitato ristretto formato dal governatore Attilio Fontana, dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, e da Marco Alparone, assessore al Bilancio, che attribuisce fino a un massimo di 30 punti.

Ebbene, ad ottenere la valutazione migliore per il 2024, pari a 96 su 100, sono state Lorella Cecconami, direttore generale dell’Ats di Pavia dall’8 settembre 2021, e Ida Ramponi, nel suo ruolo di direttore generale dell’Ats Val Padana ricoperto per tutto lo scorso anno, fino al suo approdo in Asst Valtellina e Alto Lario.

Subito dopo di loro si sono piazzati Luigi Cajazzo, alla guida degli Spedali Civili di Brescia, con 94 su 100, e Marco Trivelli, direttore generale dell’Asst di Lecco e Vincenzo Petronella, per tutto lo scorso anno alla guida proprio dell’Ats della Montagna, con 93 punti.

Ottimo anche il piazzamento di Corrado Scolari, direttore generale dell’Asst Valcamonica, che gravita nell’orbita dell’Ats della Montagna di cui è stato per alcuni anni direttore amministrativo, che ha ottenuto 91 punti, e bene anche per Monica Fumagalli, che ha ottenuto 83 punti per il suo operato in Asst Valtellina e Alto Lario lo scorso anno. Oggi, Fumagalli, è noto, dirige l’Ats della Montagna.

E lo stesso punteggio di 83 su 100 lo ha ottenuto anche Alberto Zoli, direttore generale dell’Asst Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano, ospedale olimpico legato a doppio filo alla sanità valtellinese che «foraggia» inviando frotte di medici specializzati in modo da coprire le carenze esistenti su Sondrio, Sondalo e sugli altri presidi territoriali.

«Sono certamente soddisfatta del punteggio ottenuto – assicura Ida Ramponi – che, però, ricordo essere frutto di un lavoro di squadra. Il mio grazie va quindi a tutti i miei collaboratori, alla direzione strategica dell’Ats Val Padana e a tutte le istituzioni e alle strutture sanitarie e socio sanitarie del territorio che hanno sempre collaborato al raggiungimento degli obiettivi fissati da Regione Lombardia, che sono innumerevoli. Sono nella sanità pubblica da 40 anni – chiosa Ramponi – ed ho sempre avuto buone valutazioni, ma, ripeto, sono il portato di un lavoro d’insieme».

Un aspetto su cui si sofferma anche Lorella Cecconami, un manager legato alla provincia di Sondrio, dove risiede, a Valdidentro e dove ritorna puntualmente nei fine settimana. Cecconami è stata direttore dell’Ats della Montagna, poi trasferita a quella di Pavia dove, pure, ha fatto molto bene. Già lo scorso anno era al top della «classifica», con 85 punti, anche perché allora le valutazioni erano state complessivamente più basse, insieme a Marco Trivelli, dell’Asst di Lecco e a Maria Grazia Colombo del Fatebenefratelli-Sacco-Buzzi.

«Sono ovviamente molto contenta di questa valutazione – dice Cecconami – che si deve al lavoro di squadra condotto con lo sguardo sempre rivolto all’interesse dei cittadini e ai loro bisogni di salute. Importante anche il rapporto con le istituzioni regionali e del territorio sempre proficuo».

Grande impegno quello di Cecconami la cui Ats si rapporta con parecchi erogatori fra cui ben tre istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Ad ottenere il punteggio più basso, 60/100 invece, è stato stavolta Giuseppe Micale, fino all’agosto scorso alla guida dell’Asst Sette Laghi e oggi all’Agenzia di controllo del sistema socio sanitario regionale.

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