Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 05 Novembre 2025
Scomparso da una comunità, la madre: «Siano visionate le telecamere»
La madre di Nicola Salinetti, 39 anni, lancia un appello. Il figlio è sparito da una comunità di Garbagnate Milanese. Inutili le ricerche e la denuncia.
Berbenno
Non sa darsi pace Monica Mazzoni, 59 anni, la mamma del 39enne di Berbenno, Nicola Salinetti, sparito dal tardo pomeriggio dello scorso 21 settembre dalla Comunità Dianova di Garbagnate Milanese di cui era ospite da circa un mese e mezzo.
«Cercare di avere informazioni dai responsabili della struttura – spiega la donna che risiede a Morbegno, dove si prende cura a tempo pieno dell’anziana madre – è come scontrarsi contro un muro di gomma, intanto il tempo passa e di mio figlio non si sa ancora nulla e sembra, allo stato, che nessuno si interessi, nessuno indaghi per sapere che fine ha fatto». Ho presentato una denuncia ai carabinieri della locale caserma, ma c’è totale silenzio: stanno lavorando al caso? In precedenza avevo tentato di fare una denuncia alla Stazione Cc in Valtellina, volevo prima parlare con il comandante, ma non mi fu possibile: mi vide entrare negli uffici e si allontanò da un’uscita secondaria e non venni richiamata per tornare in caserma. Ora, nei giorni scorsi, ho chiesto ai militari di Garbagnate di visionare le immagini di quel giorno delle telecamere della zona da cui Nicola si sarebbe allontanato a piedi, indossando soltanto un paio di bermuda e una maglietta a maniche corte, facendo perdere le tracce. Sto ancora aspettando una risposta e, nel frattempo, passano i giorni, senza che venga compiuto alcun passo avanti».
La donna, di recente, accompagnata dagli operatori di «Chi l’ha visto?», si è addentrata in una parte del vasto parco delle Groane e, in precedenza, è stata nell’area di spaccio della stazione ferroviaria di Saronno, alla ricerca di possibili tracce utili al ritrovamento del 39enne.
(Foto di Michele Pusterla)
«Mi era stato assicurato – racconta Mazzoni – che i carabinieri in un certo giorno sarebbero entrati negli edifici abbandonati dell’ex ospedale psichiatrico, dentro il parco, ma gli inviati della trasmissione televisiva della Rai che erano andati appositamente per riprendere il sopralluogo non hanno visto all’opera nessun militare dell’Arma. L’ho fatto presente alla Prefettura di Milano che ha chiesto una dettagliata relazione sul sopralluogo di quel giorno. Un sopralluogo, in realtà, forse mai avvenuto. Siamo in attesa, il viceprefetto milanese e noi, di conoscerne il contenuto. Anche la sorella di Nicola sta soffrendo parecchio per questa situazione che si prolunga. Martina è sempre stata molto legata al fratello, lei è più piccola: ha 28 anni e lavora come segretaria in un’azienda a Morbegno».
La signora ricorda che da quando Nicola era ospite nella struttura di Garbagnate Milanese non era più impegnato a svolgere un’attività lavorativa all’esterno, mentre in precedenza, quando era accolto da quella di Lambrate, era occupato in un negozio per la vendita e riparazione di sci, in centro a Milano, e si trovava molto bene.
«Seguiva sempre una terapia – dice la mamma – per guarire del tutto dalle sue dipendenze e il percorso intrapreso sembrava dare i primi, importanti risultati. Nel periodo in cui è scomparso non aveva una ragazza: è sempre stato un bel ragazzo, non lo affermo perché è mio figlio, ma perché è vero. Non faceva fatica ad avere una fidanzata, ma era molto selettivo, non si accontentava, come si dice, della prima che passa. Lui è sempre ordinato, ama tenersi in ordine, ci tiene alla pulizia della sua persona. Non può essere svanito così, nel nulla».
© RIPRODUZIONE RISERVATA