Scomparso da una comunità, l’appello della madre

Nicola Salinetti, 39 anni, manca da oltre un mese. La madre lancia un appello disperato.

Berbenno

È un giallo la scomparsa da oltre un mese del valtellinese Nicola Salinetti, 39 anni appena compiuti, residente a Berbenno, che sembra inghiottito dal nulla dopo che dal tardo pomeriggio dello scorso 21 settembre si è allontanato dalla comunità Dianova di Garbagnate Milanese di cui era ospite da circa un mese e mezzo. La madre ha presentato denuncia alla caserma dei carabinieri della locale caserma.

«Non so cosa stia succedendo» afferma la mamma, Monica Mazzoni, 59 anni, che risiede a Morbegno dove si prende cura dell’anziana madre novantenne. «È stato attivato il protocollo di ricerche, nel quadrilatero del parco milanese delle Groane, ma con un mese e una settimana di ritardo. L’esito è stato negativo. Come può una mamma avere fiducia, quando chi di dovere le fa credere che l’azione di perlustrazione è stata avviata e scopre, invece, che ciò non corrisponde al vero? L’area verde è enorme, vastissima, circa cinquanta chilometri quadrati. Mi dicono che sarebbero serviti agenti speciali con strumentazione adatta. Sono stati davvero impiegati? Intanto il tempo passa e nessuno mi dice nulla».

Quel pomeriggio «mio figlio» racconta Monica, «esce dalla Comunità Dianova e indossa soltanto un paio di bermuda e una maglietta. Non ha con sé il cellulare, custodito dagli addetti della struttura, non ha soldi e neppure i documenti d’identità. Non si porta neppure uno zainetto con un ricambio di abiti. Dal giorno della morte del nonno paterno, l’8 maggio, era stato colpito da uno stato depressivo, successivo invece a un periodo in cui sembrava in ripresa dalle fragilità che lo avevano portato in comunità. Il mio forte timore è che quel giorno, in forte stato di difficoltà, possa essere finito nelle braccia di una delle bande di spacciatori, magari armati, che operano alle Groane. Mi hanno raccontato di cosa è successo a due giovani, in cura per disintossicarsi, qualche tempo prima allontanatisi e finiti nelle mani di nordafricani che, in cambio di pochi viveri e delle dosi, li sfruttavano per le consegne della droga a domicilio ai consumatori. Uno poi riuscì a liberarsi da quella morsa, fuggendo».

In passato Nicola aveva lavorato come magazziniere e poi anche in un negozio di Milano e si trovava molto bene. «In precedenza» racconta la donna, «è stato in un’altra comunità situata a Lambrate e lavorava a Milano in un bel negozio specializzato nella vendita e riparazione degli sci. Era contento, seguiva con risultati incoraggianti la sua terapia. A un certo punto i proprietari hanno deciso di chiudere e di tenere aperto il solo negozio di Courmayeur. Gli avevano proposto di trasferirsi a lavorare in Val d’Aosta, ma lui non se l’è sentita. “Mamma, dalla Valtellina vado ancora in un posto di montagna? Non mi attira l’idea”, disse e rinunciò, forse anche perché doveva ancora completare la sua cura. Magari è stato uno sbaglio non accettare quella proposta, chissà».

Anche il sindaco di Berbenno segue da vicino gli sviluppi della vicenda, approdata di recente sul programma «Chi l’ha visto?», e si augura in una soluzione positiva. «C’è stata una interlocuzione fra la famiglia del ragazzo e la Prefettura di Sondrio con i carabinieri per sollecitare un intervento dei corrispettivi della località dell’avvenuta scomparsa» dichiara il primo cittadino del paese retico, Valerio Fumasoni, «e l’intera popolazione, oltre alla famiglia, vive in apprensione. Tanti di noi hanno conosciuto, in passato, Nicola Salinetti. Siamo in ansia per le sue sorti. Speriamo che a breve tutto si possa risolvere al meglio».

Le zone di Garbagnate e Limbiate sono tappezzate di manifesti che riportano la descrizione del 39enne svanito nel nulla: «È alto un metro e 74 centimetri, pesa 68 kg, ha i capelli castani chiari mossi, occhi azzurri, orecchini ai lobi, tatuaggi sulla parte inferiore della gamba sinistra (un calabrone, un tribale intorno la caviglia e una donna stilizzata), cicatrice sulla parte concava del naso».

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