
Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 22 Settembre 2025
Sondrio, in 350 al presidio per Gaza: testimonianze davanti alla Prefettura
In via Vittorio Veneto in tanti hanno partecipato al presidio contro l’operazione in corso a Gaza e in sostegno della Global Sumud Flotilla. Poesie e canti, ma soprattutto il silenzio in memoria dei tanti bambini uccisi
Sondrio
Poesie, slogan, testimonianze, canzoni e silenzio. Un silenzio carico di dolore per tutti i bambini morti: una classe di 27 alunni al giorno, 20mila in 23 mesi di guerra, come l’intera popolazione della città di Sondrio, frazioni comprese.
C’erano più di 350 persone oggi in via Vittorio Veneto, davanti alla Prefettura di Sondrio, per il presidio di denuncia nei confronti dell’operazione di terra scatenata da Israele a Gaza e a sostegno della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla che sta navigando verso la Striscia per portare aiuti a una popolazione ormai stremata.
In cerchio intorno alla bandiera palestinese, con le sette vele che da 23 giorni accompagnano idealmente il viaggio della flotta – a cui già da oggi se ne aggiungerà un’ottava in Valmalenco – tante persone, pacificamente, hanno voluto testimoniare la loro vicinanza al popolo palestinese, unendosi agli oltre 80 presidi e blocchi organizzati ieri in tutta Italia nell’ambito di «Blocchiamo tutto».
«Sumud in arabo significa ferma perseveranza – è stato ricordato al microfono – e tale deve essere anche la nostra». Pochi dubbi al riguardo, considerando che dal 31 agosto, ogni giorno alle 18.30, nei sette centri della provincia più quelli della Valcamonica le vele vengono issate dalle mani di tanti attivisti.
«Le persone stanno mettendo in chiaro da che parte stanno – ha detto Susanna, valtellinese, da una delle navi salpate dalla Sicilia –. Oggi è il primo vero passo in cui la popolazione sta unita contro il genocidio, richiedendo la cessazione di tutti gli accordi con Israele. Siamo tantissimi. La questione di Gaza non è solo una questione palestinese, ma riguarda il concetto stesso di umanità, di quei diritti che dovrebbero essere la base della vita e mai messi in discussione. E di qui invece l’imperialismo israeliano e statunitense fanno un modello di business per poter esportare armi, sistemi di controllo e oppressione. Cambiamo le cose ora prima che sia troppo tardi. Pretendiamo un embargo totale contro Israele che sia da esempio anche per le altre potenze oppressive e pretendiamo un mondo più giusto e più umano, un mondo in cui la Palestina sarà libera e noi con lei».
Ogni testimonianza e lettura è stata intervallata dagli slogan urlati per la liberazione di Gaza e per lo stop al genocidio. Ma è stato il silenzio chiesto per le vittime più piccole, per quell’infanzia cancellata, a saturare l’atmosfera di dolore e commozione.
Un silenzio seguito dal battito delle mani e dal canto a squarciagola di «Bella ciao». Una partecipazione emotiva così intensa che non è stato possibile contenerla: anziché sciogliersi davanti alla Prefettura, al suono di tante campanelle, il presidio si è trasformato in un corteo, colorato e pacifico, che ha veleggiato fino a piazza della stazione.
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