
Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 11 Ottobre 2025
Sondrio, emergenza abitativa: sfratti raddoppiati e case vuote
A Sondrio l’aumento degli sfratti è del 100% in un anno. La Uil denuncia il fallimento dei bandi e chiede politiche inclusive per chi non riesce a sostenere i costi.
Sondrio
Sfratti raddoppiati in provincia di Sondrio, la «fame» di case è il nuovo volto della povertà. C’è una Lombardia che cresce e una che non riesce più a restare in casa. È questa l’immagine che emerge dai dati diffusi dalla Uil Lombardia sull’emergenza abitativa: gli sfratti per morosità sono in aumento in quasi tutte le province e a Sondrio il dato segna un +100% rispetto all’anno precedente. Un raddoppio che fotografa una realtà in rapida trasformazione confermando la situazione emersa anche dalle analisi locali sulla povertà.
«È ormai una vera emergenza» denuncia il segretario generale della Uil Lombardia, Enrico Vizza, commentando il flop dei bandi comunali per l’housing di Milano, andati deserti. Un segnale, secondo il sindacato, che «le regole pensate finora non intercettano il bisogno reale» e che le politiche pubbliche sulla casa rischiano di trasformarsi da «Piano casa» a «Piano casta».
I numeri raccontano l’emergenza. Nel 2024, in Lombardia, sono stati emessi oltre 6.500 provvedimenti di sfratto, circa 18 al giorno, e ne sono stati eseguiti 4.802, ovvero 13 al giorno. Solo a Milano si registrano 14.084 richieste di esecuzione, la maggior parte per morosità. Ma non va meglio nei territori più piccoli e finora più tranquilli come Sondrio. I segnali d’allarme sul caro-affitti e sull’aumento del costo della vita che stanno erodendo la tenuta delle famiglie sono evidenti.
Gli affitti nelle zone urbane crescono, mentre l’offerta di alloggi a canone sostenibile è praticamente ferma. Chi lavora con contratti stagionali o in settori a basso reddito - dai servizi alla cura, dal commercio all’agricoltura - fatica sempre più a trovare soluzioni accessibili.
Secondo la Uil servono dunque politiche pubbliche realmente inclusive, capaci di sostenere chi vive del proprio lavoro ma non riesce più a reggere il peso di un mercato immobiliare che guarda solo alla rendita. «Non servono bandi cuciti su misura degli operatori del mercato – dice Vizza -, ma politiche che mettano al centro chi oggi non ce la fa: infermieri, autisti, insegnanti, lavoratori dei servizi».
Il rischio, anche per le aree interne come la Valtellina, è duplice: da un lato la fuga dei residenti verso zone più economiche, dall’altro lo spopolamento dei borghi, dove le case ci sono ma restano vuote. Lo dicono i dati del Piano annuale dell’offerta abitativa del Sondriese: nei Comuni più piccoli gli alloggi sono liberi, non vengono richiesti a causa delle difficoltà di mobilità nelle zone periferiche.
Un problema vero. Il costo degli affitti pesa su una popolazione che anche in provincia è sempre più povera, con difficoltà a pagare affitti mensili di 200 euro. E chi non riesce ad accedere al mercato privato fatica a trovare risposte in quello pubblico considerando che la domanda di case popolari si attesta annualmente intorno alle 220 (media degli ultimi 5 anni). E tra queste l’80% ha un Isee inferiore a 8.000 euro. «Ma quella della casa – conclude la Uil - è una questione di dignità, di attrattività del lavoro e di giustizia sociale».
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