Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 12 Novembre 2025
Sondrio, la denuncia di una mamma disabile: «Marciapiedi ostaggio dei rifiuti»
Secondo la giovane sondriese, il nuovo sistema di raccolta differenziata rende difficile il transito a disabili, anziani e genitori con passeggini. La proposta è creare isole ecologiche
Sondrio
Una lettera indirizzata al Garante per i diritti delle persone con disabilità, ma anche un appello pubblico alla città perché nessuno debba più sentirsi escluso o ostacolato nel semplice gesto di camminare. Crystal Scesca, giovane mamma sondriese con una disabilità riconosciuta al 70%, ha deciso di raccontare in prima persona le difficoltà quotidiane che incontra da quando in città è stato introdotto il nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti. «Ogni giorno accompagno i miei due bambini a scuola con un passeggino gemellare e mi muovo a piedi per le vie di Sondrio», spiega. «Da quando è partito il nuovo metodo di raccolta, i marciapiedi sono diventati praticamente impraticabili».
Il problema, racconta, è che i nuovi contenitori rigidi per la differenziata vengono spesso lasciati sui marciapiedi anche dopo lo svuotamento, rendendo difficile e in certi punti impossibile il passaggio. «Prima bastava esporre i sacchi nei giorni stabiliti, e poi venivano ritirati. Ora invece i bidoni restano fuori tutto il giorno, a volte anche più a lungo. Significa che per camminare bisogna fare continuamente zigzag, scendere in strada, cercare passaggi alternativi. Per me, con un passeggino gemellare, è diventato davvero complicato».
La scena che descrive è quella di un pomeriggio qualunque. «Alle 4 ci sono ancora contenitori ovunque, anche se la raccolta è stata fatta la mattina. Quando vado a prendere i bambini, mi capita spesso di dover cambiare lato della strada, o addirittura camminare sull’asfalto. In molti punti non ci sono scivoli o rampe, e allora devo chiedere aiuto ai passanti per salire o scendere dai marciapiedi».
Crystal non parla soltanto a nome proprio, ma per tante altre persone che si trovano nella stessa situazione: genitori con passeggini, anziani, persone con disabilità motorie. «Penso a chi si muove in sedia a rotelle: se per me è già difficile, per loro dev’essere impossibile. Non si può parlare di inclusione se i percorsi pedonali restano pieni di ostacoli».
Per questo ha deciso di scrivere al Garante, chiedendo che il Comune e gli enti competenti valutino una revisione del sistema. Nella sua lettera propone soluzioni concrete: la creazione di isole ecologiche dedicate per ogni via o quartiere, l’individuazione di spazi adeguati a bordo strada che non intralcino il passaggio pedonale, e una maggiore sensibilizzazione dei cittadini sul corretto posizionamento e ritiro dei contenitori. «Non chiedo niente di straordinario – sottolinea –. Se ognuno ritirasse i propri bidoni appena possibile, i marciapiedi resterebbero liberi e la città sarebbe più vivibile per tutti».
Le sue parole nascono da una frustrazione quotidiana, ma sono anche un invito al senso civico. La speranza, conclude, è che la sua voce serva a far riflettere e magari ad avviare un confronto. «Mi auguro che il Comune ascolti e valuti qualche correttivo. I marciapiedi devono essere liberi e accessibili a tutti, sempre. È un diritto, ma anche un segno di attenzione verso chi ogni giorno affronta il mondo con un po’ più di fatica».
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