
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 24 Settembre 2025
Tragedia di Chiareggio, al via giovedì il processo con rito abbreviato
In tribunale a Sondrio si celebra il processo per la colata di fango che uccise tre persone nell’agosto del 2020. Davanti al giudice gli imputati accusati di omicidio colposo e lesioni per la mancata osservanza del piano di assetto idrogeologico
Sondrio
Dopo tre udienze preliminari, partite con la prima dell’11 luglio dello scorso anno, si apre giovedì in tribunale a Sondrio il processo con rito abbreviato e a porte chiuse per i fatti di Chiareggio del 12 agosto 2020, quando il torrente Nevasco scaricò a valle, sulla strada comunale su cui transitava un’auto con quattro persone a bordo, 17mila metri cubi di materiale.
Tre furono i morti, turisti habitué di Chiareggio: la coppia di Comabbio (Varese) formata da Gianluca Pasqualone, 45 anni, e da Silvia Brocca, 41, e Alabama Guizzardi, di 10 anni appena compiuti il giorno stesso, di Besnate (Varese), salita sulla Sandero dei Pasqualone per un tragico destino, cioè per il desiderio di stare vicino al suo amichetto Leonardo Pasqualone, di cinque anni appena. L’unico scampato alla tragedia si riprese solo dopo 77 giorni di cure e attenzioni.
A rappresentare il piccolo in udienza, l’avvocato Paolo Patacconi, del foro di Verbania, ha chiesto e ottenuto la costituzione di parte civile insieme al collega Ettore Franzi, pure del foro di Verbania, che rappresenta l’altra parte offesa, ovvero i genitori di Alabama Guizzardi, sempre presenti a tutta la fase preliminare e che verosimilmente giungeranno a Sondrio anche stamattina per il processo a porte chiuse che inizierà alle 10.30.
Ci saranno i difensori degli imputati, gli avvocati Francesco Romualdi e Mario Petrella, del foro di Avezzano, per il sindaco di Chiesa in Valmalenco, Renata Petrella, e Gino Ambrosini per gli ex sindaci Miriam Longhini, Cristian Pedrotti e Fabrizio Zanella e per il già responsabile dell’ufficio lavori pubblici dell’Unione dei Comuni della Valmalenco Elio Dioli. Sono accusati di omicidio e lesioni colpose e della mancata osservanza delle prescrizioni del Piano di assetto idrogeologico del 2001 e del codice dell’ambiente. A Petrella e Dioli viene anche contestato di non aver attuato subito i piani di protezione civile da allerta meteo gialla.
In udienza, la parola verrà data dapprima al pubblico ministero Stefano Latorre, alla presenza anche del legale del Comune di Chiesa, chiamato in causa come responsabile civile dell’accaduto, anche se in ragione del ricorso al rito abbreviato questa responsabilità potrebbe decadere.
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