Valtellina, anziani truffati: primo incontro tra avvocato e banca

L’avvocato Cervati rappresenta sette vittime tra Valtellina, Lecchese e Comasco. Si indaga sulla fuoriuscita di dati sensibili dei clienti.

Valdisotto

La vicenda delle persone, non tutte appartenenti alla terza età, vittime di truffe perché indotte a trasferire i soldi dai conti correnti della propria banca di fiducia ad altri intestati ai malviventi che così ne hanno prosciugato i risparmi, nelle ultime ore registra un’importante novità.

È stato, infatti, fissato il primo incontro online di mediazione fra l’avvocato Michele Cervati del Foro di Lecco, che rappresenta sette posizioni di raggirati residenti in Valtellina, nel Lecchese e una in provincia di Como, e la banca, da dove il denaro ha preso il volo. È in programma il prossimo 10 dicembre fra il legale e l’organismo di mediazione che si chiama «101 Mediatori», con sede nel capoluogo valtellinese, e i rappresentanti legali dell’istituto di credito.

A seguire ci saranno le altre udienze, sino all’ultima fissata per il 17 dicembre. Se la banca, chiamata a rispondere dell’accaduto, dovesse aderire alla prima convocazione, poi si procederà in via unitaria con una sola azione per tutte le altre.

La prima, quella già in calendario, riguarda un valtellinese, raggirato lo scorso 25 giugno e che ha perso la somma di 40mila euro. Cosa era successo quel giorno? Lo avevano invitato a recarsi nel suo storico istituto di credito di fiducia per fare un bonifico istantaneo di 39.900 euro. La richiesta giungeva attraverso una telefonata fatta fittiziamente dal centralino della sede centrale di Sondrio da un fantomatico operatore antifrode il quale comunicava l’urgenza di provvedere al trasferimento del denaro. Poi la vittima, alle 10.45, riceveva una seconda chiamata da un individuo che si qualificava come ispettore del commissariato di Polizia di Sondrio: «Sono in atto operazioni di frode per importi elevati ai danni dei clienti della banca di cui lei è correntista. Si affretti a spostare il denaro altrove, su conti sicuri. La sua filiale è sottoposta a controlli in quanto si stanno verificando frodi online commesse da impiegati della banca». Si pensi che a Sondrio non esiste un commissariato, ma c’è la questura, essendo un capoluogo di provincia.

Il raggiro, a quel punto, è quasi completato. Manca ancora un altro piccolo passaggio e il pesce abbocca all’amo.

«Il finto ispettore – racconta Mario, 75 anni, ex imprenditore, quando poi si recherà nella caserma dei carabinieri del paese in Alta Valle, per sporgere denuncia – mi suggerisce di recarmi al più presto alla filiale di Bormio per effettuare il bonifico istantaneo a un iban sicuro che mi fornisce. E, inoltre, mi consiglia vivamente di non riferire nulla della nostra conversazione agli impiegati della banca per non compromettere l’esito dell’indagine in corso. E io ci casco».

Una volta rincasato, il pensionato riceve via whatsapp la richiesta di mandare copia del bonifico effettuato. Pochi minuti e la manda. Poi gli arriva la rassicurazione – sempre tramite whatsapp – che è tutto a posto, che il trasferimento dei 40mila euro era andato a buon fine. Sì certo, a buon fine per i malfattori che in brevissimo tempo, dopo essere passati all’incasso, sono scomparsi con il malloppo. Il legale colichese ha spiegato che le modalità delle truffe commesse ai danni di altri suoi assistiti, residenti a Morbegno, Sondalo, Dorio (Lecco), Cantù (Como), sono state le medesime di quelle che hanno colpito il 75enne residente a Valdisotto. Per complessivi quasi 300mila euro sottratti.

«Sarà interessante capire – dichiara l’avvocato Michele Cervati di Colico che segue la posizione di sette truffati con la collega di studio Laura Redaelli e il civilista lecchese Andrea Maggioni – quale sarà l’atteggiamento che terrà la banca al primo incontro di mediazione. Se ci sarà la volontà conciliativa di trovare un accordo o se, invece, vorrà andare allo scontro in Tribunale».

Non ci saranno solo questi aspetti da chiarire perché secondo il penalista Cervati «sarà utile comprendere se la banca ci darà qualche spiegazione sull’eventuale fuoriuscita di dati sensibili dei clienti dal loro sistema informatico, anche al fine di evitare futuri episodi di ingenti danni patrimoniali ad altri loro correntisti».

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