
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 08 Ottobre 2025
Violenza in stazione a Sondrio, la follia di «un ragazzo tranquillo»
I responsabili del Cas: «Era qui dal 2023, mai un problema. Da poco aveva iniziato a bere». La politica condanna il gesto ma si divide sui commenti
Sondrio
È un intreccio di sgomento e polemiche quello che accompagna le ore successive alla violenta aggressione avvenuta lunedì sera in via Morbegno, a Sondrio, dove una donna di 44 anni è stata ferita gravemente da un giovane di 24 anni, cittadino del Mali, poi arrestato dalla Polizia. L’uomo risiedeva da due anni nel Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Colorina, dove — a quanto riferisce il responsabile della struttura — non aveva mai dato segni di instabilità o comportamenti problematici.
«Non riesco a spiegarmi quello che è accaduto, è successo tutto dal nulla – racconta –. Non ho dormito stanotte, ho continuato a pensare se avremmo potuto accorgercene, se c’erano segnali che ci sono sfuggiti. Era con noi da due anni e non aveva mai dato problemi. Sembra fosse ubriaco, ma solo da poco aveva cominciato a bere: prima non lo avevamo mai visto in stato di alterazione».
Il giovane, spiega ancora, «aveva appena terminato un contratto stagionale per la raccolta delle mele. Era arrivato in Valtellina da solo, nel 2023. Aveva i documenti in regola, il permesso di soggiorno valido e un atteggiamento sempre collaborativo. Non ha mai avuto screzi con gli altri ospiti, che sono circa un centinaio. Era un ragazzo tranquillo, riservato. Nessuno avrebbe potuto immaginare una cosa simile».
Il centro, prosegue il responsabile, «non è una prigione: le uscite sono consentite dalle 7 alle 23, ma la porta non può essere chiusa. Lunedì era fuori orario, ma ognuno è responsabile di sé e delle proprie azioni. Non facciamo controlli o sanzioni, però ogni mattina gli ospiti devono firmare il foglio presenze. È un dramma incomprensibile, che ci ha profondamente colpiti».
Mentre la comunità sondriese cerca di comprendere le ragioni di tanta violenza, sul piano politico monta la richiesta di misure drastiche. Il vicesegretario federale di Patto per il Nord, Jonny Crosio, condanna con forza l’accaduto e invoca la chiusura definitiva del Cas di Colorina. «Un atto di incredibile atrocità che non può e non deve essere tollerato», afferma. «Già nel 2017 avevo chiesto la chiusura di quel centro poiché erano state riscontrate gravi irregolarità, tra cui l’impiego di lavoratori in nero. Era evidente che qualcosa non funzionasse, ma non si è voluto intervenire. L’allarme lanciato allora, ignorato dalle istituzioni, è degenerato oggi in una violenza criminale di estrema gravità».
Crosio chiede ora «controlli straordinari e capillari in tutti i centri di accoglienza del territorio», nonché «rimpatri immediati per chi rappresenta un rischio per la sicurezza pubblica». E avverte: «Se le istituzioni continueranno a ignorare questo allarme sociale, la gente perderà fiducia nello Stato e cercherà risposte altrove. Non c’è più tempo da perdere».
L’aggressione in via Morbegno, nel cuore di Sondrio, ai danni di una donna di 44 anni ha scosso profondamente la città e riacceso il dibattito su sicurezza e immigrazione. Il primo a intervenire pubblicamente è stato il sindaco di Sondrio, Marco Scaramellini, che ha espresso parole di forte condanna: «Di fronte a un crimine così abietto, di una violenza inaudita e feroce che inorridisce, è difficile trovare le parole giuste per esprimere la condanna e lo sconcerto. Un fatto che non avremmo mai voluto commentare e che non dovrebbe mai più ripetersi». Il primo cittadino ha voluto manifestare la sua «personale vicinanza e quella della città alla vittima», elogiando il lavoro delle forze dell’ordine che hanno «assicurato il responsabile alla giustizia con tempestività». Scaramellini ha poi sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale sul fronte della sicurezza, ricordando il potenziamento della videosorveglianza e il rafforzamento della Polizia locale: «Non manca l’impegno da parte di tutti, ma purtroppo non basta a garantire la sicurezza. Per Sondrio sarebbe importante poter contare nuovamente sulla Polizia ferroviaria alla stazione quale presidio permanente di un’area critica».
Dal mondo politico le reazioni sono arrivate con toni differenti. Il Partito Democratico, per voce del segretario provinciale Michele Iannotti, ha espresso «ferma condanna per un gesto vile e inaccettabile» e solidarietà alla vittima, ma ha invitato alla «serietà, non alla demagogia». Secondo Iannotti, Lega e Fratelli d’Italia «alimentano un clima di paura» mentre «governano Comune, Regione e Governo» e «non possono limitarsi alla propaganda». Il PD chiede un confronto serio tra istituzioni per «rafforzare presidi territoriali e reti sociali ed educative» e rilancia l’idea di una politica integrata tra sicurezza, prevenzione e inclusione.
Di tono molto diverso la posizione della Lega, con il segretario provinciale Lorenzo Grillo Della Berta che ha parlato di un «fatto intollerabile» e di un chiaro «segnale di imbarbarimento della società». Il rappresentante del Carroccio ha chiesto «tolleranza zero per chi delinque, soprattutto se ospite nel nostro Paese», invocando il rimpatrio per gli stranieri condannati e una stretta sulle procedure di espulsione. «L’accoglienza indiscriminata porta insicurezza e degrado – ha affermato –. È ora di introdurre il concetto di remigrazione, il ritorno nei Paesi d’origine per chi non si adegua ai nostri valori e alle nostre leggi».
Sulla stessa linea Fratelli d’Italia, che condivide con la Lega la replica al PD. In una nota congiunta, Francesco Romualdi e Grillo Della Berta hanno accusato la sinistra di «falso buonismo» e sostenuto che «la politica migratoria sconsiderata degli anni passati ha creato le condizioni per questi episodi». La soluzione, affermano, è «il rimpatrio e una politica di rigore come quella avviata dal Governo Meloni».
Più equilibrata la posizione di Forza Italia, che con il segretario provinciale Elio Della Patrona ha definito l’aggressione «un episodio di violenza inaccettabile che ci lascia sgomenti». Ha espresso solidarietà alla vittima e gratitudine alle forze dell’ordine, ribadendo che «l’accoglienza è un valore fondamentale, ma chi viene accolto deve rispettare le nostre leggi e i nostri valori». Ha invitato le comunità straniere «a condannare chi delinque e a promuovere comportamenti civili» per evitare tensioni sociali. Della Patrona ha accolto positivamente la notizia della riapertura del presidio della Polizia ferroviaria a Sondrio, prevista in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, auspicando che «diventi permanente e venga anticipata al più presto». Intanto, non mancano reazioni e commenti sui social, e c’è chi sta organizzando, già per domenica pomeriggio, una manifestazione davanti alla stazione per chiedere maggiore sicurezza nella zona.
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