
Cronaca / Valchiavenna
Sabato 08 Agosto 2015
Casa di riposo a rischio chiusura: le suore vanno anche al sindacato
La struttura della Sacra famiglia di Mese dovrà ricollocare venticinque ospiti. La giunta Pilatti e la Cisl sono state contattate per prendere in esame la situazione.
Non c’è ancora la certezza, ma il rischio di chiusura sì. Sono tempi di cambiamento per la casa di riposo della Sacra famiglia di Mese, una realtà centrale sia per la cura degli anziani, sia per le numerose altre attività svolte dalle suore eredi dell’esperienza di don Primo Lucchinetti. Dopo decenni, per la struttura che accoglie circa venticinque anziani, la conclusione di quest’attività è più di una semplice ipotesi.
Le amministrazioni locali e i sindacati hanno ricevuto una comunicazione dalle religiose. Come noto, le suore hanno sempre fatto tutto il possibile per continuare a portare avanti la propria missione di assistenza agli anziani, anche attraverso il ricorso alla sinergia con una cooperativa negli ultimi tre anni. Ma ora c’è un’ulteriore evoluzione della situazione. «La premessa dev’essere chiarissima: rispettiamo fino in fondo la loro scelta e siamo pronti a valutare forme di supporto, di dialogo e di collaborazione - spiega Patrizia Pilatti, sindaco di Mese e presidente dell’Assemblea dei sindaci che si occupa di assistenza sociale e sanitaria -. Stiamo parlando di una realtà importante, voluta da don Primo Lucchinetti, che ha fatto la storia della carità in Valchiavenna. Le suore hanno operato all’interno della casa, ma anche sul territorio. Basti ricordare il ruolo svolto nelle parrocchie, all’asilo, con le famiglie e per la Colletta alimentare. Non posso nascondere la tristezza di fondo che segna la ricezione della notizia di questi cambiamenti all’orizzonte». Fatta questa premessa, c’è la questione dell’accoglienza degli ospiti. «Stiamo parlando di venticinque posti e siamo chiamati a capire come si possa evitare la perdita di questa risposta, decisamente preziosa, alle esigenze della popolazione anziana».
Come ben sanno i cittadini di Mese e dei Comuni limitrofi, quello garantito dalle suore, coerentemente con la missione della congregazione, è stato un servizio rivolto a fasce bisognose della popolazione - ad esempio gli anziani o persone in difficoltà - ma anche alla comunità cristiana e ai bambini con un impegno educativo. Non solo a Mese: per molti anni, ad esempio, la parrocchia di San Fedele di Chiavenna ha potuto contare sulle suore di Mese. «Ci piacerebbe discutere con la Sacra famiglia per capire se ci può essere, coerentemente con lo spirito del fondatore, la possibilità di andare avanti oppure di valutare altri tipi di servizi caritatevoli», aggiunge il primo cittadino di Mese.
Anche i sindacati sono pronti a incontrare le religiose «per capire come si può gestire questa situazione soffermandoci sia su un servizio essenziale per gli anziani, sia sul futuro del lavoratori», rileva dalla Cisl il segretario Mirko Dolzadelli. Inoltre la struttura delle suore, molto ampia, si trova in un’area situata vicino al confine con Chiavenna, in una posizione strategica. «Anche a livello urbanistico l’edificio è una presenza importante», rileva il sindaco Pilatti. «Sarebbe bello valutare l’ipotesi di una missione nuova, in linea con i tempi, com’è accaduto per altre strutture religiose, ad esempio il Deserto, che continua ad accogliere», aggiunge Dolzadelli.
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